Pisa_ A soli due gioni dalla street parade antiproibizionista che si svolgerà appunto nella giornata di sabato, con partenza da piazza Sant’Antonio per le ore 17.00, il comune ha comunicato agli organizzatori del laboratorio antiproibizionista, che lo spazio adibito alla tradizionale festa che segue la street, quest’anno non sarà concesso.
Il problema sembra risiedere nel fatto che nello spazio preventivato, quello adiacente ai capannoni dell’expo in zona Ospedaletto, ci sarebbero già alcune attività affidate ad un privato che dovrà organizzare un evento per il giorno 1 di giugno. In questo momento (mentre scriviamo) un folto presidio di antiproibizionisti sta stazionando sotto il comune, in segno di protesta.
"Inaccettabile che il sindaco e l’amminstrazione si accorgano solo due giorni prima di un problema di questo tipo" – dicono – e per adesso le alternative proposte agli organizzatori di "Canapisa 2009" sembrano del tutto inaccettabili.
A rischio dunque la festa che accompagna da sempre il post-corteo, quella a cui tutti siamo abituati già da diversi anni, a partire dai famosi concerti dei Punkreas alla Cittadella, per finire alle recenti feste a Ospedaletto, dove per un giorno l’anno i sound dei camion in festa non dovevano nascondersi dietro qualche fabbricato semidistrutto o ancora in costruzione.
La sede alternativa che al momento il comune sta vagliando, riguarda l’area del parcheggio scambiatore di porta a Lucca, in via Paparelli, dove già un paio d’anni fa si svolse tale festa. Peccato però che quest’anno, proprio per questo sabato, ci sarà nella zona, all’interno dello stadio "Romeo Anconetani", un’importante partita, ovvero Pisa – Brescia. La partita non sarà delle più tranquille visto che la squadra di casa si dovrà battere per evitare la retrocessione. C’è da immaginarsi quindi, una zona completamente blindata dalle forze dell’ordine. I rischi nel fare una festa del genere, in una zona blindata, sono molti, oltre al fatto che le divise male si coniugano con una festa anitproibizionista.
Il comune riuscirà quest’anno a mettere in discussione per l’ennesima volta la festa antiproibizionista ?
Gli organizzatori danno appuntamento a stasera, presso la caffetteria dello spazio sociale Rebeldia, in via Battisti 51, per un "apericena" e a seguire un’ ultima assemblea prima di sabato, dove sicuramente si parlerà dei recenti problemi.
segue l’appello di CanaPisa 2009:
Vinz
MANIFESTAZIONE ANTIPROIBIZIONISTA
PISA 30 MAGGIO 2009, ore 17 P.zza S.Antonio
PER L’AUTODETERMINAZIONE
Nove anni fa si costituiva a Pisa il comitato promotore di una street-parade a cui fu dato il simbolico nome di Canapisa, che, ogni ultimo sabato di maggio, invade gioiosamente la città per testimoniare il valore della pianta Canapa. Dopo nove anni la posizione del comitato su questo specifico non è cambiata. Le false accuse a questa pianta continuano ad imperversare ingiustamente, per questo le nostre richieste sono univoche e chiare: libertà di coltivazione per qualsiasi uso (ricreativo, medico, alimentare, manifatturiero, ornamentale, energetico, ecc.) e scarcerazione di tutti i detenuti per reati connessi alla canapa, oltre al riconoscimento della canapa come risorsa e bene facente parte della natura e a disposizione dell’intera umanità.
Quest’anno però Canapisa, oltre al tema della canapa, dell’uso delle sostanze psicoattive e della repressione dei comportamenti ad esso correlati, tratterà del controllo sociale che da una parte produce stili di vita standardizzati, conformi alla “società così com’è”, e dall’ altra reprime tutto ciò che è diverso, “non conforme”, deviante e soprattutto critico ed alternativo all’idea di società dominante.
Storicamente, in questa riflessione, possiamo inserire le lotte per l’emancipazione delle donne, l’autodeterminazione dei gay e delle lesbiche, di liberazione tutti i popoli e minoranze oppresse accanto a quelle per il superamento dei manicomi.
In questa scia vogliamo che si inserisca idealmente Canapisa.
Ai nostri occhi sono evidenti i tentativi, dell’apparato statale, di negare i diritti civili storicamente acquisiti, a partire da quelli sul lavoro fino ad arrivare a quelli sulla libera circolazione delle persone e delle idee. Con le politiche sulla sicurezza vengono violati anche i diritti umani più elementari: i dispositivi di produzione, controllo e manipolazione della coscienza umana, messi in campo dai governi, per rendere possibile tutto ciò, hanno posto le basi ad un annullamento della memoria storica e alla diffusione di un senso di paura ed insicurezza generalizzato, che spesso sfocia in xenofobia, e ancora nella rinuncia all’affermazione dei propri diritti civili in cambio di una sicurezza illusoria.
La memoria storica collettiva, bene comune di un’intera società, risultato millenario dell’attività di socializzazione del sapere di molte generazioni, viene sempre più manipolata, riscritta, reinventata, rivista, revisionata dall’opera dei governi locali e nazionali.
La tesi proibizionista, secondo la quale una libera discussione sulle sostanze equivale a pubblicità per le sostanze illegali ed un incentivo alla loro diffusione, ha dato vita a imponenti, capillari e costose campagne d’informazione sulle droghe con il fine di terrorizzare i più giovani. Il risultato: aumento della produzione e dei consumi di sostanze illecite. Ma conseguenza ancora più grave di questa orgia oscurantista è il freno posto alla ricerca, allo sviluppo delle conoscenze in materia e alla libera circolazione del sapere insieme alla negazione delle libertà individuali, sino ad arrivare a quelle più intime, anche quando queste rientrano nella logica del rispetto degli altri e soprattutto non ledono le libertà altrui. Basta con le menzogne. Non si può rimanere a guardare. Bisogna creare e sperimentare pratiche ispirate all’antiproibizionismo e alla riduzione del danno.
Se le istituzioni non sanno, non vogliono o non possono intervenire in maniera sensata per superare il problema droga, è necessaria un’azione autonoma degli stessi consumatori che si organizzano per la salvaguardia della loro salute e della loro libertà, in altre parole della loro stessa vita ed esistenza. Il compito di chi si sente coinvolto in prima persona nella questione non può che essere quello di favorire l’informazione, la nascita e la diffusione di una cultura dell’uso critico e consapevole, capace di neutralizzare i disastri causati dall’ignoranza provocata dal proibizionismo.
PER ADESIONI e INFO: canapisa@inventati.org
STREET ore 17 P.zza S.Antonio – Pisa
GUARDA IL PROMO: http://www.youtube.com/watch?v=Gozne5mnMfw