La civetta del Tirreno stamattina faceva un certo effetto: niente incendi, ingorghi stradali, quartieri-bronx e buche sulle strade. Al contrario. La notizia che occupava più spazio, parlava di un senegalese che ha sventato un furto facendo catturare i colpevoli.
A prima vista il fatto dovrebbe sorprendere positivamente: allora il Tirreno non è solo una sorta di secondo (o primo?) ufficio stampa del Comune di Pisa, sempre pronto a spostarsi là dove soffia il vento. Allora a volte riporta anche notizie inusuali, notizie che non ci si aspetta di trovare su un giornale da mesi impegnato in prima linea, insieme alla Nazione, nella campagna che ha creato l’humus da cui sono poi nate le fantasiose ordinanze della giunta Filippeschi.
A prima vista il fatto dovrebbe sorprendere positivamente: allora il Tirreno non è solo una sorta di secondo (o primo?) ufficio stampa del Comune di Pisa, sempre pronto a spostarsi là dove soffia il vento. Allora a volte riporta anche notizie inusuali, notizie che non ci si aspetta di trovare su un giornale da mesi impegnato in prima linea, insieme alla Nazione, nella campagna che ha creato l’humus da cui sono poi nate le fantasiose ordinanze della giunta Filippeschi.
Siamo sicuri tuttavia che la civetta di oggi, l’articolo di oggi, di cui si trova una versione sostanzialmente analoga sulla Nazione, costituisca una deviazione rispetto alla linea seguita durante la campagna-sostieni-ordinanze?
Più che trovarci di fronte ad un’ipocrita cambio di rotta, grazie al quale il soggetto sociale fino a ieri demonizzato viene improvvisamente dipinto in maniera positiva, ci troviamo piuttosto di fronte ad una forma più subdola di creazione ad hoc di un allarme sociale.
In primo luogo, alla fine, ciò di cui si parla è un furto perpetrato da due giovani Rom – che però, stranamente, non vengono in questo caso definite “zingarelle”, come in genere la Nazione ama fare –. Niente di più adatto dunque, a creare quel clima di insicurezza e degrado in cui poi sguazza lo sceriffo di turno. In secondo luogo, ciò che fa sì che il banale episodio si meriti di occupare la sezione più importante della civetta del Tirreno è il fatto che il grave reato sia stato sventato, pensate un po’, da un senegalese.
In primo luogo, alla fine, ciò di cui si parla è un furto perpetrato da due giovani Rom – che però, stranamente, non vengono in questo caso definite “zingarelle”, come in genere la Nazione ama fare –. Niente di più adatto dunque, a creare quel clima di insicurezza e degrado in cui poi sguazza lo sceriffo di turno. In secondo luogo, ciò che fa sì che il banale episodio si meriti di occupare la sezione più importante della civetta del Tirreno è il fatto che il grave reato sia stato sventato, pensate un po’, da un senegalese.
Nella insolita rilevanza garantita all’episodio in questione si nasconde un tentativo, più o meno celato, più o meno cosciente, di rafforzare il nesso straniero-delinquente, e in particolare quello, a Pisa particolarmente di moda, senegalese-delinquente.
Il senegalese che sventa un furto fa notizia perché all’interno dei media è in genere colui che delinque, non colui che si oppone alla delinquenza, colui che vende merce contraffatta, che aggredisce vigili, che si sottrae ai controlli della Polizia, non colui che soccorre turisti malcapitati.
Gli articoli di oggi ci dicono: “non siate razzisti, non generalizzate: i senegalesi sono sì gente pericolosa, normalmente dedita a loschi traffici e atti violenti, ma non tutti. Esistono anche i senegalesi buoni!”.
Il senegalese che sventa un furto fa notizia perché all’interno dei media è in genere colui che delinque, non colui che si oppone alla delinquenza, colui che vende merce contraffatta, che aggredisce vigili, che si sottrae ai controlli della Polizia, non colui che soccorre turisti malcapitati.
Gli articoli di oggi ci dicono: “non siate razzisti, non generalizzate: i senegalesi sono sì gente pericolosa, normalmente dedita a loschi traffici e atti violenti, ma non tutti. Esistono anche i senegalesi buoni!”.
J. Bonnot