“211: Anna”, dedicato ad Anna Politkovskaja.

Venerdì 30 ottobre alle ore 15.00
Aula Magna della Facoltà di Scienze Politiche
(Via Serafini 3)
verrà proiettato il documentario
"211: Anna"
dedicato alla giornalista russa Anna Politkovskaja uccisa nell’ottobre del 2006 a Mosca. Il documentario ha vinto il premio Ilaria Alpi 2009, il Festival di Annency in Francia ed è stato selezionato al Sundance Film Festival (Park City, USA)
interverranno gli autori del documentario
Paolo Serbandini e Giovanna Massimetti (giornalisti RAI).
 
 

“211: ANNA”

Logline

Anna Politkovskaja, uccisa il 7 ottobre 2006 davanti all’ascensore della sua casa, è il duecentundicesimo giornalista ammazzato in Russia dal crollo dell’URSS. Il documentario è la storia di Anna e Aleksandr, moglie e marito, entrambi giornalisti, lui star della tv nella seconda metà degli anni ’80 e simbolo della perestrojka, lei coraggiosa e appassionata testimone della tragedia cecena dal 1999 al 2005. Attraverso la storia di questa coppia di giornalisti vogliamo raccontare un pezzo di storia russa.

Sinossi

211: ANNA è la storia di una giornalista russa di grande coraggio e straordinaria passione civile ammazzata davanti alla porta di casa per i suoi reportage sugli orrori della guerra in Cecenia e sui soprusi del potere russo. E’ la storia del disperato tentativo dei colleghi della Novaja Gazeta di fare luce su esecutori e mandanti del suo omicidio. Ma è soprattutto la storia di un grande amore: quello esploso tra Anna e Aleksandr, suo futuro marito, sui banchi della facoltà di giornalismo dell’Università di Mosca.

Pochi anni dopo la laurea la coppia sarà travolta dalle entusiastiche speranze suscitate dalla perestrojka di Gorbaciov. Per lui arriva anche la grande occasione: conduce “Vzgljad” (“Lo sguardo”), il programma culto di quegli anni, che, per la prima volta, mostra ai telespettatori sovietici la vita vera, non più deformata dai diktat della propaganda.

Aleksandr è ormai una star della tv. Anna gli è accanto e lo aiuta. Insieme saranno anche in piazza nell’agosto del 1991, nei giorni drammatici del golpe antiperestrojka. Con il crollo dell’Unione Sovietica il programma viene chiuso, Aleksandr Politkovskij ritorna nell’ombra, dimenticato. Intanto Anna comincia a farsi conoscere in tutto il mondo per i suoi articoli.

Approdata alla Novaja Gazeta, racconta gli orrori della guerra e le atrocità commesse dai guerriglieri e dall’esercito russo in 99 viaggi in Cecenia. Subisce un tentativo di stupro e una finta esecuzione da parte di ufficiali e soldati russi. “Mi sento braccata come un animale”, scrive. E’ mediatrice nelle trattative per gli ostaggi del Teatro Na Dubrovke di Mosca.

Aleksandr sopporta malamente le prolungate assenze di Anna, è preoccupato per lei, forse non condivide totalmente la sua dura denuncia del potere di Putin. Nel 2000 Anna e Aleksandr si separano. Nel settembre 2004, Anna è in viaggio per Beslan, per tentare di salvare i bambini di una scuola sequestrati da un gruppo di terroristi. In volo cercano di avvelenarla. Fino al 7 ottobre 2006, quando la braccano sin sulla porta di casa e la finiscono a colpi di revolver.

Attraverso Anna e Aleksandr, marito e moglie e giornalisti simbolo di due periodi cruciali della storia russa, attraverso la loro storia privata e la loro attività professionale, il nostro racconto traccia un arco che va dalle speranze della perestrojka alla privatizzazione selvaggia seguita al crollo dell’Urss, dalle lotte degli oligarchi alle due guerre in Cecenia, sino alle trame oscure dei servizi segreti. Intanto i colleghi di Anna, i suoi compagni di lavoro della Novaja Gazeta, continuano tenacemente e coraggiosamente a portare avanti la loro inchiesta indipendente sul suo omicidio.

(di Paolo Serbandini e Giovanna Massimetti)

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