Comincia il processo all’ultimo dittatore argentino.

È cominciato il processo all’ultimo dittatore argentino, Reynaldo
Bignone, l’ex generale che ha governato il paese dal 1982 al 1983.
Oltre a Bignone sono imputati altri sei ex generali. Tutti devono
rispondere di crimini contro l’umanità, sequestri, torture e omicidi
commessi tra il 1976 e il 1978.

Bignone, che ora ha 81 anni, nel 1977 è stato il comandante
dell’Istituto militare Campo de Mayo, dove c’era un centro di
detenzione clandestino in cui sono passate 5.500 persone che hanno
subìto torture, sevizie e sono state sequestrate illegalmente.

Sotto il governo di Raúl Alfonsín (1983-1989), Bignone era già stato
riconosciuto colpevole dei delitti commessi dalle autorità militari al
Campo de Mayo, ma era uscito dal carcere grazie all’amnistia concessa
alla giunta militare per i reati commessi dopo il colpo di stato del
1976. Ma la legge che ha portato Bignone fuori dal carcere è stata
dichiarata incostituzionale dalla Corte suprema nel 2005.

“I volti decadenti dell’orrore affrontano la legge, in una sala
stracolma, davanti a più di trecento persone, tra familiari delle
vittime, attivisti, con i volti dei desaparecidos sulle foto che venivano innalzate dai loro cari “, commenta il quotidiano argentino Página 12.

“Voglio sottolineare che sono passati più di 32 anni, e molti dei
familiari delle vittime sono morti, molti sono stati a loro volta
torturati e non si sono più ripresi psicologicamente”, ha ricordato tra
le lacrime Rufina Gastón moglie di Aldo Omar Ramírez, uno dei desaparecidos tenuti prigionieri al Campo de Mayo.

Rufina Gastón ha ricordato la storia di suo marito sequestrato la
prima volta nel novembre del 1975: “Partecipare oggi a questo processo
significa chiudere finalmente il ciclo della memoria, ma anche della
verità e della giustizia. E allo stesso tempo è molto difficile
guardare in faccia questi signori e pensare all’età che hanno”.

 tratto da www.internazionale.it

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