L’intervento che riportiamo di seguito ci giunge direttamente da Oaxaca, inviatoci gentilmente da un compagno coinvolto nei blocchi e nei cortei contro i licenziamenti.
La richiesta di mobilitazione deriva dalla perdita del posto di lavoro per i 44mila occupati nell’impresa Luz y Fuerza del Centro, chiusa per decreto del Congresso Messicano passato il 10 d’Ottobre.
La polizia federale Preventiva (PFP) ha cacciato con cariche e lacrimogeni i lavoratori che non volevano abbandonare il proprio luogo di lavoro.
La giustificazione per la chiusura dell’impresa statale era legata ad una supposta inefficienza di quest’ultima.
Quello che sta emergendo è invece che: “quien le adeuda pagos de luz eléctrica; la Presidencia de la Republica debe $ 5, 801, 045 y la suma de la deuda de dependencias federales asciende a más de 398 millones de pesos”, come dichiarano tutti i documenti delle varie organizzazioni che sono scese in piazza nella giornata del “paro nacional”.
Inoltre diversi dirigenti statali hanno noti legami con “Televisa” (principale fornitrice del servizio televisivo) e Telmex, che stanno implementando la fibra ottica nel mercato messicano a costi più alti di quanto riuscivano a fare i lavoratori e le lavoratrici di Luz y Fuerza del Centro.
Per ultimo non va poi dimenticato l’interesse a liberalizzare questo settore di mercato da parte di imprese multinazionali come la spagnola WL Comunicaciones. A questa impresa, ex segretari del settore energia, Fernando Canales Clariond e Ernesto Martens sono legati dalla loro partecipazione come azionisti.
Pertanto a fronte di tale situazione oltre a imprendere una lotta legata al non rispetto del contratto collettivo di lavoro, i lavoratori e le lavoratrici di Luz y Fuerza del Centro hanno organizzato vari incontri con altri sindacati e organizzazioni di movimento come quelle aderenti alla Assemblea Popular de los Pueblos de Oaxaca (APPO). Come si può leggere nell’appello del Sme, la richiesta di appoggio al popolo messicano e agli altri lavoratori si connette alla rivendicazione e alla difesa dei diritti di tutti i lavoratori e all’opposizione alle nefaste politiche di privatizzazione, rispondenti alla logica neoliberista, che non tiene conto dei bisogni della popolazione.
In risposta a questa convocazione alla mobiltazione si sono susseguiti, nella giornata del 11 novembre 2009, manifestazioni e blocchi in tutto il paese, alcuni dei quali, come a Città del Messico, caricati dalla polizia.
La difesa dei diritti dei lavoratori e l’opposizione a scelte calate dall’alto dei governi federali statali in Messico sta riscuotendo sempre più appoggio da parte della popolazione e i movimenti dal basso stanno creando un tessuto sociale di solidarietà e mutuo appoggio di grande rilievo.
Luca Giacomelli
Oaxaca de Juarez Oax. 12/11/2009