Cartelli alzati in aria, mimi che indicano i prodotti da boicottare,foto che documentano le aggressioni dell’esercito israeliano contro gliabitanti dei territori occupati in Palestina. Sabato 6 marzo, altermine dell’Israeli Apartheid Week che ha portato la campagna insolidarietà con la Palestina nell’Università di Pisa, una decina dipersone aderenti alla campagna del BDS (Boicottaggio, Disinvestimento,Sanzioni su Israele) hanno lanciato anche nel supermercato dellamultinazionale francese Carrefour, alla Fontina, il boicottaggio deiprodotti di provenienza israeliana e in particolare quelli marchiatiCarmel Agrexco.
L’agrexco è il maggiore esportatore di prodotti ortofrutticoli daIsraele e una delle aziende che maggiormente trae profittodall’occupazione. È per metà di proprietà statale, ed esporta il 70%della frutta Israeliana (350.000 tonnellate l’anno), per un girod’affari di 580 milioni di dollari. Ma il dato più significativo è che,stando alle dichiarazioni dello stesso direttore generale Amos Orr,l’Agrexco gestisce il 60-70% dei prodotti provenienti dai territorioccupati, in particolare dalla Valle del Giordano, la zona più riccad’acqua di tutta la Palestina storica.
La posizione di Israele nel mercato UE è un caso particolare. Purnon essendo parte dell’UE né tantomeno della CEE, ha un rapportoprivilegiato e può esportare beni come se fosse un membro UE, ovverosenza pagare le tasse di esportazione. Per legge, i prodottiprovenienti dai territori occupati non dovrebbero beneficiare di questeagevolazioni, tuttavia l’Agrexco etichetta anche i prodotti dellecolonie come Made in Israel, senza distinzione. La Corte di GiustiziaEuropea ha recentemente dichiarato la necessità di distinguere tramitel’etichettatura la reale provenienza dei prodotti.
"Carmel Agrexco – spiegano gli attivisti ai clienti del supermercato- è di fatto un’appendice del governo Israeliano. L’esercito haoccupato la Valle del Giordano con mezzi violenti e privando icontadini locali delle risorse che un tempo erano loro. Hanno provocatouna crisi umanitaria e costringono molti abitanti ad abbandonare alcunivillaggi. Per questo noi chiediamo di non acquistare i prodotti amarchio Carmel Agrexco".
L’occupazione della Valle del Giordano è avvenuta durante la Guerradei sei giorni nel 1967, lanciata da Israele contro una coalizione dipaesi arabi, che ha portato all’occupazione da parte dell’esercitoIsraeliano della Cisgiordania, delle Alture del Golan, della strisciadi Gaza e del deserto del Sinai. Mentre quest’ultimo è statoriconquistato dall’Egitto durante la Guerra del Kippur nel 1973, lealtre zone hanno vissuto da allora sotto varie forme di occupazionemilitare. L’occupazione di queste aree è stata dichiarata illegaledalla Corte Internazionale di Giustizia e da molte risoluzioni ONU,tuttavia nessun passo significativo è stato compiuto da Israele perandare incontro a queste risoluzioni.
Ma il boicottaggio della campagna BDS non si rivolge soltanto controi prodotti dei territori occupati. Una ragazza, tenendo in mano unavocado, spiega ai clienti: "Acquistare prodotti Israeliani significaessere complici di un’economia intrinsecamente legata all’occupazionemilitare e all’oppressione dei palestinesi. Il boicottaggio è unsemplice gesto per inviare un forte messaggio di opposizione al governoisraeliano".
Continuano gli attivisti: "Alcuni prodotti a marchio Carrefour sonoetichettati Made in France, ma in realtà sono prodotti in Israele. Traquesti, su alcuni è indicata, anche se quasi invisibile, l’origineIsraeliana, mentre in altri l’origine semplicemente non vieneriportata. La nostra è anche una campagna per la chiarezza verso iconsumatori".
Dopo pochi minuti, intervengono gli addetti alla sicurezza delsupermercato, che fanno immediatamente uscire gli attivisti. Siconclude così la prima azione di boicottaggio, ma già qualcunorilancia: "La campagna non è che all’inizio. Vogliamo creare unmovimento incisivo e di massa che restituisca la libertà ai palestinesie agli israeliani".