Omaggio a Frantz Fanon (scarica la locandina).
Spezzare la catena culturale della damnatio memoriae e restituire valore sociale alla memoria degli sfruttati di ieri e di oggi.Criticare e decostruire le false certezze sulla superiorità dell’identità europea. Ecco gli obiettivi della serie di iniziative dedicate al grande intellettuale militante Frantz Fanon, che si terranno a Pisa dal 13 marzo al 9 aprile. Un omaggio “sostanziale” ad una figura rivoluzionaria, simbolo dell’età in cui i popoli dell’ex Terzo mondo lottavano per la liberazione dal dominio coloniale.
Ricordare attivamente Frantz Fanon significa tentare di infrangere il modello di dominio razzista che vorrebbe i migranti ridotti a mera forza lavoro usa-e-getta e sottoposti ad uno status giuridico speciale; di riformulare la categoria di cittadinanza, concependola non più come privilegio, ma come diritto; di abbattere le barriere postcoloniali di differenziazione sociale per la riappropriazione di uno spazio comune di giustizia e condivisione.
Spezzare la catena culturale della damnatio memoriae e restituire valore sociale alla memoria degli sfruttati di ieri e di oggi. Criticare e decostruire le false certezze sulla superiorità dell’identità europea. Ecco gli obiettivi di questa serie di iniziative dedicate al grande intellettuale militante Frantz Fanon. Un omaggio “sostanziale” ad una figura rivoluzionaria, simbolo dell’età in cui i popoli dell’ex Terzo mondo lottavano per la liberazione dal dominio coloniale.
Fanon fu capace di capire che una vera indipendenza nazionale per i popoli colonizzati doveva andare necessariamente di pari passo alla loro emancipazione sociale e culturale e non poteva prescindere dalla radicale sovversione di quei principi imperialistici che regolavano la vita pubblica: segregazione e ingabbiamento dello spazio sociale, della cultura, del lavoro.
L’analisi di questi dispositivi di controllo e repressione rende il pensiero di Fanon molto attuale e prezioso per riconoscere nella nostra società globale gli ingranaggi della nuova dimensione coloniale.
Le stesse recinzioni materiali e culturali di allora disegnano oggi, in una società caratterizzata da fenomeni migratori globali, i nostri quartieri, le nostre città, i nostri territori.
Ricordare attivamente Frantz Fanon significa tentare di infrangere il modello di dominio razzista che vorrebbe i migranti ridotti a mera forza lavoro usa-e-getta e sottoposti ad uno status giuridico speciale; di riformulare la categoria di cittadinanza, concependola non più come privilegio, ma come diritto; di abbattere le barriere postcoloniali di differenziazione sociale per la riappropriazione di uno spazio comune di giustizia e condivisione.
13 marzo
SPAZIO ANTAGONISTA NEWROZ ORE 21: 30
proiezione di In questo mondo libero…
(Gran Bretagna, Italia, Germania, Spagna; 2007 REGIA: Ken Loach.)
L’ultima opera di Ken Loach, regista da sempre impegnato nel tentativo di dar voce al mondo degli oppressi, costituisce una riflessione su temi come il lavoro precario, il lavoro nero, l’immigrazione in cui sfruttatori e sfruttati non sono che pedine all’interno di un sistema spietato e criminale che rende i loro ruoli intercambiabili.
14 marzo
SPAZIO ANTAGONISTA NEWROZ ORE 18:00
Renato Curcio (ricercatore presso la cooperativa Sensibili alle foglie) presenta
I dannati del lavoro (Sensibili alle foglie, 2007)
I migranti fanno parte di quelle moltitudini di esclusi che Frantz Fanon definì i ‘dannati della terra’ e che in quest’epoca sono i nuovi ‘dannati del lavoro’. Questa ricerca, svolta con lavoratrici e lavoratori migranti, mette in luce le discriminazioni che i migranti subiscono nel mondo del lavoro, i dispositivi del razzismo culturale e quelli delle leggi che regolano il ‘circuito di Schengen’. E mette in dubbio le ‘certezze’ sulla nostra ‘identità europea’ e le pigre complicità intellettuali con cui le accogliamo senza neppure accorgerci di diventare così sempre più stranieri a noi stessi.
ORE 20:30:
aperitivo musicato
DALLE 23:00 in poi:
Gabry H & Lady Gajola funk&soul&jazz
Dr. Fitz (Megatron Sound)
Dolo (Subbaddiction Crew)
27 marzo
AULA MAGNA DELLA FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE ORE 18:00
Sonia Paone e Francesca Zampagni (Università di Pisa); Agostino Petrillo (Università di Milano)
Banlieues : l’altra faccia dell’impero coloniale
Nate per contenere la manodopera necessaria alla Francia negli anni ’60 e ’70, le banlieues vivono ancora all’ombra del passato coloniale dal quale prendono origine, perpetuando quella forma di incorporazione subalterna, del tutto funzionale alla logica del mercato capitalistico della Francia repubblicana. Un approccio coloniale alle questioni dell’immigrazione, della cittadinanza e dell’identità nazionale, sommato negli ultimi anni allo smantellamento del welfare e all’ascesa dello Stato penale come unico modo di far fronte all’emarginazione e all’esclusione, ha prodotto forme di segregazione sociale, spaziale ed economica sempre più insopportabili tra i figli ed i nipoti dei "francesi di oltremare", anche se, ovviamente, non solo tra di loro.
Ore 20:30
Aperitivo
Ore 21:30
Proiezione di La schivata
(Francia, 2003; REGIA: Abdel Kechiche)
Il secondo film di Kechiche, regista reso noto dal recente Cous Cous, mette in scena i problemi e le aspirazioni di un gruppo di giovani della banlieu parigina, preferendo al tono didascalico che troppo spesso caratterizza le opere di critica sociale una narrazione che, a partire dal piano linguistico, produce una salutare moltiplicazione dei punti di vista.
2 aprile
POLO DIDATTICO CARMIGNANI ORE 18:00
Liliana Ellena (Università di Torino)
Cortocircuiti della memoria: colonialismo e razzismo nel cinema italiano del dopoguerra
La centralità della connessione tra razzismo e immigrazione nel discorso pubblico contemporaneo suggerisce che siano i/le migranti con i loro corpi e la loro presenza a “fabbricare” il razzismo, trasformando in razzisti “gli italiani brava gente”. Un paradigma che si fonda su un’inquietante “riscrittura della storia”. La controversa memoria del colonialismo nel cinema italiano del dopoguerra permette di mettere a fuoco questo processo all’interno di un orizzonte che non si limita alle sue implicazioni direttamente politiche. Il cortocircuito tra memoria del colonialismo e guerre fasciste include al contrario dimensioni più specificamente culturali, come ad esempio il rapporto tra confine “ interno” e confine “esterno” e l’ambivalente collocazione dell’Italia nello spazio europeo.
ORE 20.30:
aperitivo
ORE 21.30:
Liliana Ellena presenta il film Il leone del deserto
(USA, 1981; REGIA: Moustapha Akkad)
Il colonialismo italiano in Libia, raccontato in un film che è stato esplicitamente definito “sgradito” dal governo italiano e che è stato oggetto di un pesante tentativo censorio. Drew Middelton, corrispondente militare del New York Times, a proposito di questo film ha scritto: “Mai prima di questo film gli orrori, ma anche la nobiltà della guerriglia, sono stati espressi in modo così memorabile, in scene di battaglia così impressionanti; mai l’ingiustizia del colonialismo è stata denunciata con tanto vigore”.
9 aprile
POLO DIDATTICO CARMIGNANI ORE 18:00
Paola Bora e Rubina Piazzi (Università di Pisa)
“O mio corpo fai sempre di me un uomo che interroga!”.
Frantz Fanon Pelle nera maschere bianche.
Il corpo, la carne come cartografia atta a testimoniare il proprio posizionamento politico e sociale. In quest’appello al proprio corpo, alla propria carne è racchiuso il pensiero di Frantz Fanon o meglio il suo “sentire” rivoluzionario. Attraverso il corpo Fanon intraprenderà un percorso di consapevolezza che diventerà azione politica ed esempio per i movimenti di liberazione nazionali, per il movimento femminista afroamericano e per l’antipsichiatria Italiana.
Leggere Fanon oggi significa conoscere il viaggio di un migrante, tra psiche, culture, questioni di genere ed impegno rivoluzionario.
ORE 21:30
Proiezione di Bamboozled
(USA 2000 ; REGIA: Spike Lee)
Uno dei film più difficili e meno visti di Spike Lee, che con Bamboozled (il titolo riprende un discorso di Malcom X, e significa “fregati”, “ingannati”) propone una complessa riflessione sulle problematiche e le contraddizioni della società afroamericana, realizzando un film ricco di spunti e piani di lettura diversi.
PRECARI/E AUTORGANIZZATI/E – PISA