Livorno, sfrattata una famiglia con bambino malato di 4 anni

Livorno – (Senze Soste) Una famiglia composta da madre, padre e tre figli piccoli, di cui uno
gravemente malato, è stata sfrattata quest’oggi per morosità
dall’abitazione in cui risidedevano, in piazza della Repubblica. Una
famiglia rimasta intrappolata in un cambio di intestazione dell’affitto
a cui il proprietario si è opposto nonostante la famiglia volesse
continuare a pagare. Una cinquantina di attivisti appartenenti al
comitato Senza fissa dimora, all’area antagonista e all’Unione
Inquilini, insieme ovviamente alla famiglia interessata dal
provvedimento, ha avviato dalle 10 di questa mattina fino alle 6 del
pomeriggio, dal’interno dell’abitazione, una trattativa con la
proprietà, l’ufficiale giudiziario, la Digos e la Questura.

Clamorosamente assente l’amministrazione comunale: un’assenza
politicamente gravissima che testimonia l’incapacità dei dirigenti e
dell’assessore preposto – al di fuori delle cosiddette "graduatorie" –
di gestire la sempre più grave emergenza abitativa che sta interessando
la nostra città come ha confermato lo stasse Ufficiale Giudiziario
presente allo sfratto che ha parlato di una situazione ormai
insostenibile. L’Ufficiale ha testimoniato che ormai i casi come questo
sono all’ordine del giorno e colpiscono anche famiglie
"insospettabili". Anche in questo caso l’affitto del bilocale con
scaletta a chiocciola e soppalco era di 700 euro al mese. Tuttavia
nella città dove Il Tirreno intervista un’imprenditore edile come
Cagliata e gli fa domande sulle sue abitudini a tavola, la presa di
coscienza della cittadinanza su una questione emergenziale e drammatica
come quella della casa è ancora lontana da essere nelle priorità
politiche dell’amministrazione.

Paradigmatico il fatto che nessuno del Comune, dall’assessore Alfio
Baldi agli altri dirigenti, abbia neppure preso in considerazione
l’ipotesi di trovare un’albergazione di emergenza che, a quanto pare,
dovrebbe essere coperta per la durata di una settimana dagli stessi
attivisti che hanno partecipato al picchetto.

E altrettanto paradossale appare il fatto che, per cercare di trovare
una soluzione positiva alla vicenda, si sia smosso perfino un
sottosegretario, che ha personalmente chiamato questura e prefettura
(solitamente il percorso è inverso) sollecitando – invano – una rapida
e positiva soluzione.

La situazione sta precipitando e il Comune non ha
più spazi di emergenza abitativa, spazi multifamiliari dove i morosi
possono andare per un periodo transitorio per evitare di stare per la
strada che rappresentano l’unica via d’uscita per coloro che sono
sfrattati per morosità visto che la legge non prevede tutele. Altresì
le soluzioni sono ormai ridotte all’osso anche per chi partecipa al
bando per le case popolari visto che anche le opportunità di edilizia
popolare sono ormai minime.

La situazione è esplosiva, 700 sfratti all’anno, quasi tutti per morosità. Ma in città molti non vogliono vedere. 

(red.)

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