risultati elettorali nazionali
Pisa – Per scelta LaGramigna ha deciso di non parlare di elezioni. Lo ha fatto, per non cadere nel tranello di
chi voleva imporre le priorità di una campagna elettorale senza contenuti.
Il
fallimento del centrosinistra a guida Prodi era già preventivabile, come lo era
la nuova gara d’appalto a guida Veltroni. Forse non era calcolabile la debacle
della Sinistra Arcobaleno, se non tramite i tant* compagn* che non ne potevano
più delle stesse face e delle stesse parole e non sono andati a votare.
Ma di che si tratta: Berlusconi
ha vinto di nuovo le elezioni, sarà Premier e ritornerà al potere trovando
tutto come lo lasciò due anni fa. Il centrosinistra non ha toccato nulla; La
legge Bossi Fini sull’immigrazione, la legge sulle droghe, la legge 30 sul
lavoro, la legge sui cicli scolastici e sull’università, la legge sull’antitrust
e così via sono rimaste lì. Dove le avevano lasciate Berluska e co.
Anche nella rosa Toscana le cose non sono andate bene. Per le Politiche
infatti, il PD è sotto il 50% mentre la
S.A. non porterà rappresentanti né al Senato e né alla
Camera. Seguendo la tendenza nazionale, la sconfitta di due anni di malgoverno
e scelte elettorali errate dei piccoli partiti hanno condizionato il voto di
protesta; i dati confermano l’esigenza di un cambiamento, nelle persone e nelle
idee. Bertinotti si è già dimesso e forse bisognerà aspettare (anche se non
arriveranno mai) quella degli altri cosiddetti leader. Anche sul locale
bisognerà cambiare, a cominciare da tutte quelle persone che hanno fatto dei
partiti di sinistra una barzelletta, senza idee e poche relazioni sociali.
Il conflitto sociale ha punito la
cultura di governo di pochi padri-padroni. La Tav, le basi militari, l’afghanistan, le
speculazioni finanziarie ed immobiliari, i rigassificatori e gli inceneritori
hanno fatto il resto.
A Pisa il PD è contento. Ma di
cosa? Forse prenderà il sindaco senza ballottaggio? Il dubbio a Pisa però è già
una sconfitta. L’unica novità potrebbe essere il fatto che la Sinistra radicale avrà
ancora meno peso in città. Le elezioni, come nel resto d’Italia, danno una SA
al di sotto di molto rispetto alle precedenti elezioni. La miriade di piccoli
partiti ha levato alla SA quella manciata di voti necessaria a conquistare un
ruolo in prima fila nel dibattito locale e nazionale. La rottura però l’hanno
voluta la classe dirigente di Rifondazione
e dei Verdi, propinando un programma amorfo ed una difesa del Governo Prodi
senza se e senza ma.
Dopo una sconfitta gli autori
delle scelte di fondo di un percorso devono andare a casa. Sia a livello locale
che nazionale, perché se no a governare ci troveremo di nuovo gli sconfitti del
’94, poi del 2001 ed ora del 2008. La cultura di governo antiberlusconiana
dovrà cedere il passo ad un percorso rigenerativo dei contenuti antagonisti,
passando dai movimenti, dai conflitti, dalla base. In caso contrario meglio che
stiano tutti a casa.