Un’altro morto sulle spalle della Thyssen.

Umberto Aloe, 59enne originario di Napoli, stava lavorando alla realizzazione di alcune opere per la messa in sicurezza di uno dei reparti dello stabilimento ThyessenKrupp, quando e’ stato colpito da un braccio meccanico di un escavatore. Aloe era dipendente di ditta esterna alla multinazionale tedesca.Un incidente sul quale sono ancora in corso accertamenti della polizia e dell’ispettorato del lavoro. Un fascicolo e’ stato aperto dalla procura della Repubblica della citta’ umbra. Aloe lavorava per una ditta edile impegnata a realizzare nell’area della ex Terninoss una sorta di sottopasso destinato a essere utilizzato come via di fuga in caso di emergenza dagli addetti al reparto Pix.
L’operaio si trovava nei pressi del mezzo quando, forse a causa di un guasto, e’ stato colpito dal braccio meccanico. E’ stato soccorso dai colleghi e con una ambulanza trasportato in ospedale dove gli sono stati riscontrati un trauma toracico con fratture al bacino e a un femore. Ricoverato nel reparto rianimazione e’ morto nel primo pomeriggio. Appena saputo dell’incidente, il titolare della ditta edile (che ha sede a Stroncone, nei pressi di Terni) si e’ sentito male ed e’ stato ricoverato in ospedale per lo choc.

In seguito alla morte di Aloe, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Fismic hanno proclamato due ore di sciopero per ogni turno di lavoro nello stabilimento ternano. I vertici delle cinque organizzazioni hanno quindi incontrato i responsabili della multinazionale.

”Sembra una maledizione ma non possiamo ne’ dobbiamo considerarla tale” e’ stato il commento del sindaco di Terni, Paolo Raffaelli.

Maledizione o no, la Thyssen tra poco sarà un’azienda che potrà contare più lavoratori morti che vivi.Quello di ieri non e’ stato comunque il solo incidente sul lavoro avvenuto in Italia. Un operaio pescarese di 40 anni infatti rimasto gravemente ferito cadendo da un’altezza di cinque metri all’interno di un cantiere edile allestito per la ristrutturazione di uno stabile nel capoluogo adriatico.

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