Per un 25 aprile antifascista,
anticapitalista, antimperialista La vittoria elettorale delle destre e la
vampirizzazione della sinistra da parte del PD ha portato a compimento il processo
di revisionismo storico anche sul piano della politica istituzionale; rimessa
in discussione della resistenza e del lavoro. L’obiettivo di Confindustria è
così raggiunto con il sostegno di Veltroni e Berlusconi , ossia eliminare i
comunisti come forza organizzata e visibile (per quanto incarnata da due
formazioni PRC e PdCI appiattite sui Governi nazionali e locali, pronte a
votare di tutto.;infatti non si può essere contro la guerra e votare il
rifinanziamento delle missioni militari, non si può accettare i diktat di Dini
determinando perdita del potere di acquisto dei salari e delle pensioni solo
per tenere a galla Prodi) La Lega
ha preso i voti tradizionalmente comunisti perché i comunisti non hanno
rappresentato gli interessi del lavoro, della classe lavoratrice nelle piccole
e grandi industrie della difesa dell’ambiente, tutelato diritti come quello
alla casa, al sapere e ad uno stato sociale che dia reali tutele. La vittoria
delle destre pone nuovamente all’ordine del giorno la questione dell’antifascismo,
non tanto in senso antiberlusconiano (una favola ormai apertamente svelata,
utilizzata per l’ultima volta da Veltroni in campagna elettorale per
l’operazione ricordata sopra, e che sarà repentinamente dimenticata quando il
PD accetterà di fare le riforme costituzionali proposte dal governo Berlusconi
III), Nei giorni scorsi esponenti autorevoli del PDl lo hanno già detto e
scritto: vogliono riscrivere la storia a partire dai libri di testo delle
scuole medie inferiori e superiori, i liberatori e gli oppressori saranno
invertiti, i partigiani saranno i carnefici e i nazifascismi le vittime .
Abbiamo sentito un leader della Lega paragonare la cacciata dei campi rom e dei
migranti alla derattizzazione, un linguaggio che pochi decenni fa ha portato
direttamente alle camere a gas dove sono morti ebrei, rom, omosessuali,
comunisti e portatori di handicap, tutti senza distinzione alcuna. Altro
aspetto è il proliferare di pezzi organizzati dichiaratamente neofascisti e
neonazisti, alcuni in alleanza con il PDL (Mussolini), altri in competizione (La Destra, Forza Nuova), ma
comunque pronti alla riappropriazione violenta e squadrista del territorio, a
discapito di compagni, circoli, sezioni, centri sociali, associazioni, luoghi
della sinistra o semplicemente antifascisti. Anche a Pisa, ancora prima delle
scritte al Circolo Agorà, si sono verificati vari episodi preoccupanti:
volantini e manifesti strappati, scritte con svastiche alla sede del PdCI e di
Rifondazione Oggi più che mai serve una memoria storica ancorata al presente,
alla denuncia della xenofobia, del razzismo che si celano dietro a molte teorie
e pratiche che si richiamano al fascismo. Dietro ad ogni croce celtica non ci
sta solo la ignoranza di qualche giovane che nella destra pensa di vedere rappresentata
una protesta sociale contro una società che non funziona e crea precarietà,
sfruttamento. Questo giovane è stato abbandonato dalla sinistra ufficiale, che
ha parlato tanto e ben poco agito con coerenza: dietro ad una croce celtica si
cela un’idea di sopraffazione, la negazione dei crimini nazifascisti, la
subalternità ai poteri economici dominanti che ha provocato la carneficina
della seconda guerra mondiale, il colonialismo costruiti per soddisfare gli
appetiti degli industriali. Se la prendono con i comunisti, con le loro idee,
con la loro pratica; se la prendono con i partigiani perché sono la
dimostrazione che il fascismo, portatore di valori negativi, di oppressione e
di guerra, si può combattere e sconfiggere. Il 25 aprile, una volta ancora, deve
essere non solo memoria, ma anche militanza antifascista, anticapitalista,
antimperialista.
Coordinamento Unità dei Comunisti
– Pisa
Lunedi 28 aprile 2008, ore 21:15
biblioteca comunale lungarno galilei 42 pisa
tra disastri elettorali e
disfatte politiche… Ripartiamo dalle lotte sociali e nel mondo del lavoro
presentazione del libro: “ines arciuolo a casa non ci torno”
autobiografia di una comunista eretica’
interverrà l’autrice: ines arciuolo seguiranno gli interventi di: Angela Recce
– rete 28 aprile/fiom piaggio Antonio Piro – cobas pubblico impiego
breve descrizione del libro: Un
padre comunista e la vita tra gente povera in un paese campano negli anni del
secondo dopoguerra formano lautrice: militante dapprima del PCI, quindi in un
gruppo extraparlamentare e poi, senza tessere, operaia in fabbrica alla
BrionVega di Milano e alla Fiat Mirafiori di Torino. È tra i 61 operai che la Fiat licenzia nellottobre
79, assimilandoli a terroristi per poi espellerne, lanno dopo, altri 23.000
con il viatico di sindacati e PCI. Insieme al popolo dei cancelli nei 37
giorni di resistenza fino alla capitolazione, Ines Arciuolo racconta la Fiat da dentro e le ragioni
che la portano in seguito nel Nicaragua sandinista per 5 anni, sempre ribelle a
soprusi e ipocrisie. Iniziativa Organizzata Dal Coordinamento Per L’unita’ Dei
Comunisti – Pisa