Il Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna
inizia il proprio mandato con una presa di posizione in forte
discontinuità con quelle del suo omologo nel precedente governo, Barbara
Pollastrini. Dopo aver dichiarato di essere contraria a qualsiasi forma di
riconoscimento di diritti alle coppie omosessuali, ha, molto coerentemente,
negato il patrocinio del governo al gay pride.
Del resto, cosa ci potevamo aspettare da una donna
che lo scorso anno aveva bollato gli omosessuali come persone “costituzionalmente
sterili”?Le reazioni delle organizzazioni per i diritti degli omosessuali,
anche del suo stesso schieramento politico (Gaylib), non si sono fatte
attendere. L’Arcigay l’ha dipinta bella ma disumana come la matrigna di
Cenerentola, "perchè è disumano non voler concedere riconoscimenti
giuridici alle coppie omosessuali". E per continuare con le metafore
disneyane, ha rincarato la dose definendola "una bella addormentata che
dice falsità e che vive nel mondo delle favole dove i gay non sono
discriminati". Perchè le cronache raccontano altro: come la
sedicenne accoltellata pochi giorni fa dalla madre perchè amava una donna.
"In due anni ci sono stati omicidi e 50 atti gravi di violenza denunciati
mentre migliaia sono gli episodi di discriminazione", dice il presidente
dell’Arci gay Aurelio Mancuso che chiede un incontro col ministro "perchè
si distacchi dal mondo delle favole, smetta di fare la matrigna e torni in
quello dei comuni mortali costretti a nascondere il loro amore in famiglia, sul
lavoro".
E mentre Pollastrini definisce la sua
politica “sterile, miope e ingannevole”, Grillini, storico leader del
movimento, bolla le parole del ministro come "battutacce da bar, che
confermano quanto la destra italiana sia omofoba e non ami la diversità",
e Paola Concia, deputata Pd lesbica dichiarata, ipotizza che "forse è
consigliata male dai suoi cinque amici omosessuali ricchi che vivono in un
contesto sociale protetto". A scendere in campo contro il Ministro è
anche, udite udite, la nipotina del Duce, Alessandra Mussolini, che ammette che
i problemi ci sono e vanno affrontati. E dichiara: “con il muro contro muro non
si va da nessuna parte; ci vuole dialogo, non esclusione a priori". Chissà
se i suoi amichetti di Forza Nuova sono d’accordo!
Ma la voce che ha fatto perdere le
staffe al Ministro è quella di Vladimir Luxuria, ex parlamentare del Prc,
secondo cui un ministero delle Pari opportunità che "non intende
assolvere al compito di dare e garantire pari opportunità " è
"un ministero inutile". Mara Carfagna replica in una nota: "Il
signor Vladimiro Guadagno (notare con che delicatezza le si rivolge utilizzando
il nome anagrafico maschile) confonde il ministero per le Pari Opportunità
con l’ufficio stampa e propaganda del movimento". A difesa del ministro,
il solito Luca Volontè, che definisce corretta la decisione e accusa la sinistra
gay di chiamare diritti i propri privilegi discriminatori verso le famiglie e
gli eterosessuali, e dal Pd, a conferma di quanto il partito sia coeso su
questi temi, Marco Follini, che sottolinea come “il patrocinio non sia un
dovere del governo”.
Non è dal patrocinio ad una
manifestazione che si giudicano le politiche in materia di contrasto alla
discriminazione sessuale e di riconoscimento dei diritti civili, è casomai da
dire che anche su questo punto il comportamento del precedente governo non fu
certo entusiasmante, dal momento che prima concesse, poi respinse e infine
ridusse l’appoggio al gay pride, non per colpa di Barbara Pollastrini, ma delle
anime più retrive e bigotte che lo infestavano. C’è da aggiungere inoltre che
le politiche del precedente governo su questi temi semplicemente non ci sono
state, bloccato com’era dai veti incrociati tra “guelfi” e “ghibellini”. Ma le
dichiarazioni che provengono dal Ministro preposto alle politiche in questo
campo, e dal suo entourage, sono davvero inquietanti, sia nei contenuti
che nel linguaggio utilizzato, e tracciano uno scenario molto tetro per l’immediato
futuro.
Insomma, come diciamo a Pisa, se piove
di quel che tuona…