Maroni: “le impronte anche ai minorenni rom”. Pericolosa discriminazione

Roma_ "Un censimento che riguardera’ tutti i nomadi che vivono in Italia, minori compresi"."Perche’ solo avendo un quadro chiaro della situazione si puo’ cacciare via chi non ha il diritto di rimanere nel nostro paese…". Il ministro dell’Interno Roberto Maroni torna sulla questione Rom e alla commissione Affari Costituzionali della Camera annuncia che anche ai minori saranno prese le impronte digitali.

Prendere le impronte ai minorenni rom può essere una pericolosa discriminazione. Lo dice il Garante per la privacy Francesco Pizzetti che stamani ha riunito l’organismo di controllo, ha valutato notizie e dichiarazioni che circolano da ieri, e ha deciso di convocare i supercommissari anti rom, cioè i prefetti di Roma, Milano e Napoli. Milano, soprattutto, dove il prefetto Lombardi ha avviato da un paio di settimane la schedatura dei rom che vivono nei campi.

Il Garante per la protezione dei dati personali considera che, la rilevazione delle impronte digitali anche dei minori "pur nell’ambito dell’attività di identificazione e di censimento delle comunità di nomadi", potrebbe coinvolgere "delicati problemi di discriminazione che possono toccare anche la dignità delle persone e specialmente dei minori". Ecco perchè è necessario ascoltare i tre supercommissari che da settimane stanno eseguendo la direttiva del ministro Roberto Maroni. Pizzetti ha già scritto ai tre prefetti chiedendo di sapere e capire le modalità di assunzione, tempi di conservazione e finalità dei dati. E’ un censimento o una schedatura?

Anche stamani, dopo averlo spiegato per la prima volta ieri davanti al Parlamento tracciando le linee programmatiche del suo dicastero, il titolare del Viminale ha ripetuto che il governo andrà avanti fino in fondo sul tema della sicurezza, in particolare sui nomadi: "Non ci faremo impressionare o fuorviare da chi esprime giudizi e conosce poco questa terribile realtà che fa dell’Italia uno dei Paesi più arretrati al mondo". Identificare, per altri schedare, e prendere le impronte ai minori è – secondo il ministro – "una norma che punta al superamento dell’emergenza nomadi", una realtà per cui "i bambini vivono nei campi in mezzo ai topi".

Il nesso causa-effetto tra topi e impronte digitali sfugge un po’. Maroni lo spiega così: sapere chi sono i minori rom, quanti sono, dove vivono e con chi è il fondamento "per rispettare il loro diritto all’infanzia" e dire basta ad abusi e sfruttamenti, sia quelli subìti che quelli a cui li sottopongono i genitori.

Ma cosa succederebbe se invece che bambini rom scrivessimo bambini ebrei?" è la provocazione di Anna Finocchiaro. "Quali sarebbero le reazioni e le considerazioni? – aggiunge – Credo proprio che il ministro Maroni debba riflettere bene prima di fare certi annunci". Fare liste è sempre pericoloso. Chi garantisce sull’uso legittimo di quelle liste? Contrari in blocco i Radicali: "Censimento è una cosa, prendere le impronte un’altra. Non ci stiamo" dice Rita Bernardini.

E proprio sul parallelo con gli ebrei interviene Amos Luzzatto, presidente della Ucei, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che dichiara: «Si comincia così e poi si va avanti con l´allontanamento dalle scuole, le classi differenziate, le discriminazioni diffuse. Questo pesa terribilmente sul vissuto di un bambino che si sente trattato diversamente dai suoi coetanei, vive come un appestato, carico di ossessioni e nevrosi. E´ una ferita che dura una vita».

 

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