Questa foto è stata scattata nella notte del 10 agosto nella città di
Parma, e ritrae una donna nigeriana in un comando dei vigili urbani. E’ stata fermata durante una retata contro la prostituzione. Non ritrae uno degli orrendi fatti di cronaca che imperversano durante le estati italiane. E nemmeno l’esito di un viaggio della speranza.
E’ stata scattata presso la caserma di una delle forze
che in Italia dovrebbero garantire sicurezza ai cittadini, ed in
particolare a quella polizia municipale che ai comandi del Sindaco, è
stata rafforzata nei poteri e nella dotazione di armi dai recenti
pacchetti sicurezza.
La donna alla quale un intervento pubblico potrebbe
garantire libertà e dignità se, come spesso accade, è vittima di
sfruttamento sessuale, è stesa a terra ed esibita nella sua quasi
nudità da una foto che, stando a quanto riporta un quotidiano locale, è
stata scattata nel corso di un operazione che vedeva la presenza anche
dei giornalisti e dell’assessore alla sicurezza.
Sembra priva di vita, ma l’articolo ci dice che sta
bene e che al mattino è stata rilasciata. E’ solo a terra priva di
forze, forse dopo la fuga o forse per le ore passate in stato di fermo.
Lo scorso inverno, sempre a Parma una caccia alla donna fu effettuata
lungo il torrente Enza, con il risultato che alcune donne rischiarono
il congelamento per aver tentato di attraversare il corso d’acqua nel
tentativo di fuga. Sempre in nome della sicurezza.
Lo spettacolo del corpo braccato, del nemico inerme ed inerte è dato in pasto alla stampa. Attenti voi che rovistate nei cassonetti, che girovagate per le città
senza documenti, che vi attardate nei parchi la sera, che osate fare
pic-nic lungo i corsi d’acqua. Sans papier, senza casa e poveri tutti.
E ancora writers, lavavetri, rom, venditori ambulanti: questo è il
vostro destino.
Alcuni giorni fa Marco Bascetta sul Manifesto parlava
di governo locale trasformato in un formidabile dispositivo di
repressione e regolamentazione delle vite, attraverso “una selva di
ordinanze, normative, divieti, prodotte dall’arbitrio di valvassori e
valvassini della governance diffusa, sostenuta dagli interessi
corporativi e particolari che la circondano e la aizzano.”
Ordinanze, divieti e abusi che stanno trasformando le nostre città in un incubo, in un inferno di egoismo e violenza. Violenza come quella che ha subito la donna nella foto, anche se non è stata picchiata. Violenza dell’immagine delle due ragazze rom morte sulla spiaggia e
accanto persone che continuano serenamente la giornata al mare. Violenza di leggi che dividono, che creano cittadinanze differenziali,
morti differenziali, infortuni differenziali, diritti sul lavoro
differenziali. Dopo le impronte ai bambini rom e i ricordi di un periodo oscuro del
novecento, eccoci ripiombati ancora più indietro nel tempo, alla caccia
alle streghe.
(Meltingpot.org)