Un bell’esempio di giornalismo di regime: Paola Zerboni “giornalista” presso “La Nazi-one”

Pisa_ La sempre più zelante Paola Zerboni, emerita giornalista della Nazi-one, è promossa giornalista d’assalto e in soli due giorni ci confeziona due articoletti degni di nota. Andrebbe premiata, minimo a parer nostro, con la cacciata dall’albo dei giornalisti, ma di questi tempi con articoli del genere oltre a fare la felicità dei potenti si rischia di guadagnare addirittura qualche promozione.
Partiamo con la vicenda della Madonnina al Cep.Per chi non lo sapesse sabato sera alcuni vandali hanno distrutto l’immaginetta della "Madonna Ausiliatrice con il bambin Gesù", e la scaltra giornalista della Nazione, avverte, come ricorda anche il parroco intervistato, che la stessa sera c’era una festa nel circolo vicino e che qualche probabile ubriaco è stato perfino protagonista di una rissa: ergo, 1 più 1 …
 
Ma andiamo per ordine: nel riassunto in cima alla pagina, sotto la dicitura «INDAGINI» si chiude parlando di una «festa islamica», ma nel corpo dell’articolo questa precisazione etnico-religiosa non è presente, probabilmente perchè erano talmente tanti gli elementi che secondo il sottile intuito della Zerboni provavano l’esistenza di una festa di "infedeli" che l’emerita giornalista non se l’è sentita di approfondire ulteriormente. Nel corpo dell’articolo invece si fa riferimento, riportando i commenti di autorevoli abitanti del quartiere, alla presenza quella sera di una festa di “extracomunitari” (probabilmente islamici? Mah! …).È facile smontare lo zelo anti immigrati, beceramente e scopertamente razzista della nostra emerita “giornalista”: quella sera in zona (saper prendere informazioni e verificarne le fonti, cara Zerboni, costituisce l’ABC anche del cronista alle prime armi …), c’era una festa a base di musica rock and roll, in memoria di un giovane morto pochi mesi fa. Voleva essere ricordato dai suoi amici e da una parte della città, nel modo migliore, ovvero con la sua musica preferita. Qualche decennio fa sarebbe bastata la compresenza di una festa rock e di un atto "blasfemo" per far digrignare i denti ai tanti benpensanti lettori della Nazi-one, senza evocare immaginarie orde di stranieri iconoclasti; ma oggi corrono altri tempi: torna assai meglio soffiare sul fuoco di un improbabile scontro di civiltà, e le novelle giornaliste esperte di “extracomunitari” hanno buon gioco a rilanciare, arrivando addirittura ad inventarsi fatti e avvenimenti mai avvenuti. Ma tant’è: tutto fa brodo, e fra i deliri securitari di sindaci e cittadini benpensanti, la carriera di una cronista in un quotidiano di provincia risulterà sicuramente facilitata da articoli di questo genere. 
Ma oggi la Zerboni non ci lascia riposare, tant’è che partorisce un altro articolo degno di sdegno. Sentite un po’ che atmosfera di terrore regna in città: un povero sessantenne nel «luogo caldo» (viene da ridere) di Piazza Santa Caterina, è stato «assalito dai parcheggiatori abusivi» che addirittura volevano vendergli la loro mercanzia. Di referti medici qui proprio non se ne parla, si parla invece dell’intervento immediato dei poliziotti di quartiere che portano il suddetto senegalese prontamente in questura.
All’obbiettiva e scrupolosa Zerboni mai verrebbe in mente di provare ad ascoltare un’altra versione, per esempio quella del senegalese: troppo comodo per questi «abusivi» avere anche una possibilità di replica di fronte ad accuse del genere. Non si cura stavolta, la Zerboni, nemmeno di riportare la versione dei poliziotti, che sicuramente non sarebbero stati magnanimi con il senegalese. L’unica versione quella della presunta vittima, accompagnata però dall’eccellente quanto autorevole voce politica del parafascista esponente di An Diego Petrucci: per intenderci, quello dei saluti romani dal balcone della sede sul lungarno; quello delle veglie al cippo di Coltano in memoria dei fascisti lì detenuti nel dopoguerra; il fianco istituzionale dei gruppuscoli fascisti cittadini, avanguardia del neo-nazismo italiano, come Casapound e Blocco studentesco; per la Zerboni, semplicemente un «consigliere comunale in prima linea sulla questione sicurezza in città».
L’occasione è ghiotta, e il Petrucci non manca di lanciare ancora una volta le sue invettive contro accampamenti rom, prostitute, abusivi e immigrati, arricchite, in uno spazio a parte, dalla proposta di dotare i vigili di «bombolette spray anti vù-cumprà». I tempi cambiano, l’olio di ricino rappresenta il passato da rivedere, oggi sono altre le armi della repressione razzista contro i più deboli. Ma sulle contraddizioni di una destra il cui leader parla di antifascismo, mentre una base e altri vertici rimangono ancora legati a doppio filo con l’estrema destra, torneremo successivamente.
Nel frattempo, complimenti ancora alla nostra Zerboni, e speriamo che continuando a fare da zerbino riesca prima o poi ad avere una promozione che la porti lontano da Pisa.
 
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