Domenica sera presso la Eaton si è svolto un’incontro fra gli studenti delle scuole superiori, gli studenti universitari e gli operai. Ha partecipato all’incontro anche una delegazione di universitari di Pisa in ritorno dall’assemblea nazionale di movimento che si era appena conclusa alla Sapienza di Roma.
L’incontro è stato fortemente voluto dagli studenti “dell’Onda Anomala Apuana”.
L’incontro verteva particolarmente sul corteo di domani, 19 novembre, giorno in cui a Massa è stato indetto dai sindacati uno sciopero generale provinciale, anche perchè tutto il territorio apuano sembra essere sconvolta già da tempo da una profonda crisi economica.
Soprattutto gli studenti di Università 2.0 (da palazzo Matteucci), hanno dichiarato ai lavoratori la disponibilità a coordinarsi in futuro su eventuali momenti di mobilitazione e pensare a piattaforme comuni per i prossimi scioperi, chiaro il riferimento allo sciopero generale del 12 indetto per adesso solo dalla Cgil.
Sul motto noi la crisi non la paghiamo, gli studenti hanno ribadito, visto anche l’incontro nazionale, che adesso la prospettiva è quella di riuscire a connettersi con chi la crisi la sta già pagando e rendendo chiaro a tutti chi deve pagare la crisi, ovvero chi fino ad oggi ha speculato sui bisogni delle persone e chi sta portando avanti un modello economico basato sulla socializzazioned delle perdite e la privatizzazione dei benefici (vedi Colaninno)
Domani mattina gli studenti pisani si troveranno alla stazione alle 7.00 e alle 7.30 prenderanno il treno per andare a Massa, da lì un servizio di corriere li porterà fino allo stabilimento della Eaton dove il corteo è previsto parta per le 9.00.
Gli studenti staranno con un loro striscione nello spezzone dietro i metalmeccanici insieme agli studenti medi apuani.
La situazione per la Eaton è decisamente grave, all’orizzonte la chiusura. Senza possibilità di trattativa alcuna, lo stabilimento di Massa, che produce componenti per l’industria automobilistica, non è più funzionale al business della multinazionale che, senza esitazione, ha optato per la cessazione totale dell’attività e il licenziamento in tronco dei 345 addetti rimasti dopo i ripetuti “tagli” degli ultimi anni (nel 2000 i dipendenti erano 570).
Lo sciopero generale provinciale vuole appunto legare il caso Eaton alle altre crisi aperte, come i cantieri navali di Marina di Carrara e la lunigianese Ica, intanto i lavoratori Eaton stanno mantenendo un presidio permanente in fabbrica, per evitare di ritrovarsi con i cancelli chiusi e i macchinari smontanti.
Ufficialmente Eaton chiude dopo aver perso il 40% delle commesse, tra cui quella Fiat , per la punteria prodotta a Massa. I 26-28 milioni annui di fatturato che ancora si salverebbero, hanno riferito i sindacati, verranno delocalizzati in altre fabbriche del gruppo negli Usa e in Polonia. Con la lettera di licenziamento si apre, per i 345 dipendenti, la procedura di mobilità per far ottenere, a chi ne abbia i requisiti, l’indennità Inps.
É di ieri invece il vertice a Roma tra sindacati e azienda sul futuro dello stabilimento.
La linea di sidacati e istituzioni è di chiedere alla multinazionale Eaton il rispetto del verbale del primo incontro al ministero, quello del 30 ottobre, che prevede la sospensione della procedura di mobilità per i 345 addetti della fabbrica e il ricorso a 13 settimane di cassa integrazione ordinaria per avere il tempo di valutare alternative di fronte alla decisione della multinazionale di chiudere lo stabilimento apuano.
Sul risultato dell’incontro si apre uno spiraglio per un eventuale “accordo di programma”, quindi la possibilità di avere fondi per gestire una possibile re-industrializzazione o eventualmente investire maggiormente sugli ammortizzatori sociali.
Per una storia dettagliata dello stabilimento:
Eaton Automotive S.r.l, stabilimento di Massa, fu fondata nel 1985 con una Joint Venture al 50% fra Eaton ed SKF, allo scopo di unire la conoscenza nella costruzione di punterie meccaniche (SKF) e di punterie idrauliche (Eaton), per un reciproco vantaggio nell’acquisire una posizione predominante sul mercato europeo degli attuatori valvola. Nel novembre 1987 la SKF vendette alla Eaton il suo 50% di quote; da allora Massa è sempre stata posseduta integralmente da Eaton, passando nel tempo sotto il controllo di diverse divisioni.
Attualmente, lo stabilimento di Massa è parte dell’Engine Air Management System Operation (EAMO).
Oggi Eaton, formalizza dopo un incontro con i sindacati la decisione che era ormai nell’aria: lo stabilimento di Massa, che produce componenti per l’industria automobilistica, non è più funzionale al business della multinazionale che, senza esitazione, ha optato per la cessazione totale dell’attività e il licenziamento in tronco dei 345 addetti rimasti dopo i ripetuti “tagli” degli ultimi anni (nel 2000 i dipendenti erano 570).
Nel frattempo le istituzioni hanno confermato la mobilitazione a fianco dei lavoratori: il sindaco di Massa, Roberto Pucci e il presidente della Provincia Osvaldo Angeli sono intervenuti all’assemblea in fabbrica. Il presidente della Regione Claudio Martini in un comunicato giudica «inaccettabile» la decisione di Eaton: «La Toscana non può essere considerata come una sorta di territorio di conquista che si abbandona alla prima difficoltà, in una logica di delocalizzazione selvaggia che non tiene conto del territorio in cui si opera ma solo dei profitti». Duri giudizi «sull’inaccettabile comportamento» di Eaton vengono anche dal segretario della Cisl Toscana Enrico Petriccioli e dal segretario nazionale Fiom Fausto Durante.