Interferenze Urbane (Rebeldia): La città degli speculatori vista da chi la vive


 

Pisa 1-2 nov 2007– La città di Pisa vive
un momento molto particolare. La giunta guidata dal Sindaco Fontanelli (Partito
Democratico) sta ridisegnando la città, con un investimento forte sullo
sviluppo dei servizi, sull’investimento immobiliare e sulla questione
“sicurezza”, in linea con le scelte politiche ed amministrative della altre
giunte comunali a guida PD.

Le conseguenze di tali
politiche sono, però, altre e forse più gravi e non tendono a risolvere le reali problematiche che il
territorio sta vivendo; si sviluppano casi di speculazione immobiliare (come
nel caso del porto di Marina di Pisa, scambiato in cambio di alcuni terreni
trasformati da terreni agricoli a terreni edificabili e venduti ad una serie di
società edili legate a doppio mandato con le società vincitrici degli appalti
del porto);

precarizzazione dei rapporti di lavoro causati dalle cosiddette
esternalizzazioni dei sevizi, incapaci d’intervenire in modo risolutivo su
questioni legate al disagio, all’emarginazione e di seguito alla mancata
integrazione; il tutto naturalmente condito da quella idea di città pulita ed
ordinata che vede nel migrante un pericolo e nel lavoratore un servizievole
subalterno, nello studente un pollo da scannare; i problemi della città sono
diventati i Rom, i senza fissa dimora, i tossicodipendenti;

Ciò che emerge con più
veemenza è il legame che esiste tra lo sviluppo urbanistico e la relativa
conformazione sociale. La città che si svuota non è solo frutto di una ricerca
degli abitanti di costi minori, ma anche e soprattutto di una visione
territoriale legata ad un centro d’affari (studenti e servizi) con una
periferia inghiottita tra palazzi e arterie stradali: così si potrebbe spiegare
lo spostamento dell’ospedale di Santa Chiara a Cisanello, lo spostamento del
CNR alla Fontina, l’abbandono delle caserme militari. Naturalmente cosa
realmente nascerà in quei locali non si sa: sicuramente non saranno case
popolari, centri d’accoglienza o case dello studente.

Presso i locali del
“Rebeldia” a Pisa si è svolta una due giorni molto importante che ha discusso
proprio sul legame che esiste tra idea di sviluppo urbanistico e sviluppo
sociale, denunciando la politica di gestione del territorio autoritaria e priva
di dibattito, incentrato su uno sfruttamento delle risorse senza controlli. Il
caso della Mattonaia, complesso nato per offrire alloggi popolare e una volta
completata svenduta a privati, ne è un altro esempio eclatante. Se si pensa che
nel novembre 2007 vi sono state più di 1200 richieste di alloggi sociali si può
anche percepire il bisogno che esiste nella città.

Vi hanno partecipato tra gli
altri Aldo Frediani (docente della facoltà di Ingegneria ed ex prorettore
dell’Università), Tiziano Raffaelli (docente di storia del pensiero economico),
Alessandro Baldassari ( architetto), Don Alessandro Santoro (parroco delle
Piagge). Il contributo alla riflessione posto in essere dai relatori ha messo
in evidenza le contraddizioni del piano di sviluppo territoriale che prevede
un’area urbana comprendente circa 200.000 abitanti (così come viene affermato
dal sindaco in persona e dall’assessore Montano) e che non tiene conto del
fatto che la città si spopola .

La migliore risposta che lo
Spazio sociale Rebeldia poteva dare alle promesse di sgombero del Comune è
stata un’iniziativa politica dedicata al territorio ed ai quartieri che, come
quello di S. Antonio vivono in uno stato di abbandono e degrado più che per
colpa di chi ci vive e lavora per le istituzioni che latitano e che non si
preoccupano nemmeno di cose basilari come illuminazione, pulizia e servizi
igienici. Per il Comune la colpa è sempre e solo di migranti e studenti.

All’interno della due giorni
è stato presentato il video “Voci senza quartiere” prodotto da Africa Insieme,
associazione che lavora sui diritti dei migranti, incentrato sulle
problematiche legate al quartiere della stazione, e più in là ad alcune
tematiche vicine all’immigrazione ed agli abusi che vengono perpetrati dalle
autorità come nel caso del tunisino Adel, picchiato (ha perso la milza e una
parte del pancreas gli è stato asportato) da parte delle forze dell’ordine. Una
denuncia questa, che si lega molto bene con i contenuti offerti dalla due
giorni.

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