Inchiesta sulla Casa 1: il bisogno abitativo

Numero e tipologia di sfratto in Provincia di Pisa

Il disagio abitativo è una problematica che
colpisce da decenni la città di Pisa, ma che si è sempre più aggravata a
partire dal dicembre 1998, quando il Governo D’ Alema liberalizza, con la legge
431/98, il mercato degli affitti. Questa liberalizzazione ha avuto come effetto
l’ aumento dei canoni di affitto del 120-130% nella nostra città, mentre i
valori di acquisto degli immobili sono lievitati fino ad oltre 5000 euro al
metro quadro per gli appartamenti in centro. Così il mercato della
compravendita, come gran parte di quello della locazione, sono divenuti
inaccessibili per un’ ampia parte della fascia reddituale composta da pensionati,
studenti non abbienti che non beneficiano di posto alloggio gratuito dell’
ARDSU, lavoratori precari e lavoratori dipendenti in genere, oltre all’
emergenza di chi non ha o non riesce a trovare una situazione lavorativa
stabile. I risultati dell’ attività di censimento del reale bisogno abitativo
nel comune di Pisa sono sconcertanti, a partire dal numero di sfratti ,
talmente alto da far salire

Pisa al terzo posto tra i comuni italiani,
dopo Milano e Trieste, per numero di sfratti in rapporto al numero di abitanti.
Gli sfratti sono fondamentalmente di due tipi: per finita locazione, ovvero quando
il proprietario vuole rientrare in possesso dell’immobile alla scadenza del
contratto, o per morosità, quando cioè l’ inquilino non riesce a pagare l’
affitto.

Prima della liberalizzazione del mercato
delle locazioni attuata nel 1998, la maggior parte degli sfratti avvenivano per
finita locazione, con una percentuale a livello nazionale di circa il 70%; oggi
tale percentuale si è ribaltata, essendo arrivati al 72 % degli sfratti totali
quelli per morosità.

Il
contributo affitto: è un’ integrazione data dal Comune di Pisa ai residenti che
versano in disagiate condizioni economiche, non riescono a pagare l’ affitto ed
hanno un contratto regolarmente registrato al fisco. Per gli studenti
universitari residenti, fa riferimento la condizione economica del nucleo
familiare di provenienza, a meno che lo studente non sia fiscalmente indipendente,
ovvero che lavori e guadagni almeno 2800 euro l’ anno. L’evoluzione del numero di
contributi affitto negli ultimi anni ci dà bene l’ idea di come il disagio
abitativo si faccia sempre più grave. Come si può notare dalla tabella, le
richieste sono aumentate del 91%,, cioè quasi raddoppiate, sempre considerando
che moltissimi hanno contratti irregolari e non possono presentare domanda per
il sussidio.

DOMANDE DI CONTRIBUTO AFFITTO

ANNO	PRESENTATE	ACCOLTE	RESPINTE
2007	961	859	102
2006	833	695	138
2005	871	723	148
2004	681	570	111
2003	667	567	100
2002	742	685	57
2001	680	578	102
2000	504	419	85

DOMANDE
DI CONTRIBUTO AFFITTO

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