Contraddizioni di una giustizia che non c’è


 

 

Pisa
– L’apertura dell’anno giudiziario del 26 gennaio 2008 a Firenze ha stimolato
un ulteriore riflessione sullo stato della giustizia nel “belpaese”.

Si
confermano una serie di gravi lacune nell’impianto strutturale dell’apparato
burocratico che rende ancora oggi il ricorso alla legge ed alla giustizia un
interminabile viaggio costoso e senza speranza. Il dato che più emerge nella
relazione del Presidente della Corte d’Appello, è sicuramente quello
riguardante il fallimento delle politiche repressive e securitarie che i vari
governi succedutisi nell’arco degli ultimi 15 anni hanno continuato ad imporre. Si pensi ai procedimenti
per Stupefacenti (2949) o per Immigrazione (1356), Ass. a delinquere
stupefacenti (2309), furti (3194), delitti in materia di libertà sessuale (857),
delitti al patrimonio senza furto (7629). Dati che rappresentano solo l’ambito
penale e sono una piccola parte dei 43.732 dei procedimenti penali sopravvenuti
(nel 2006 erano 48.103). Risalta il fatto che vi siano stati solo 192 casi di
procedimenti penali in seno alla sicurezza ed alla prevenzione degli infortuni
sul posto di lavoro.  Si evince ancora
una netta differenziazione nel trattamento per i vari reati e ancor di più si
capisce dove la giustizia ha preferito non intervenire e dove, invece, è
intervenuta con il pugno di ferro. La legge rimane slegata dalla giustizia e le
conseguenze sono queste.

Per
quanto riguarda Pisa si può lamentare una buona dose di allarmismo dei soliti
media che devono preparare così il ring per il rinnovo del consiglio comunale e
dell’amato sindaco. Come accade spesso di recente si propende di più verso
politiche restrittive e poco verso le politiche sociali d’integrazione. Naturalmente sono aumentati furti e rapine mentre diminuiscono procedimenti per la violazione in edilizia, usura ed i reati ambientali (sarà mica per la mancanza di controlli?).Ed i
giornali continuano a vendere.

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