TRATTA DI ESSERI UMANI

Nei giorni scorsi diverse persone
sono state arrestate in Italia e all’estero, a conclusione di indagini della
procura distrettuale antimafia.
Agli
arrestati – nigeriani e italiani – vengono contestati, a vario titolo, i reati
di tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, favoreggiamento e
sfruttamento della prostituzione. I provvedimenti restrittivi sono stati notificati
tra Puglia, Campania, Piemonte, Lazio, in questura sono state portate anche le
‘madame’ o le ‘maman’, così come le vittime usano chiamare le loro
sfruttatrici.  Le indagini si basano
anche sulle dichiarazioni rese dalle vittime giunte in Italia inseguendo il
sogno di una vita migliore.

Se da una parte vi è l’istinto di
sopravvivenza ed il sogno, rispetto alla miseria e la disperazione, di vivere una
vita diversa e più accettabile, dall’altra parte esistono reti criminali sempre
più organizzate e soprattutto ad usare gli esseri umani come oggetto di scambio
e forte guadagno.

La causa principale della tratta
è indubbiamente lo squilibrio fra Nord e Sud del mondo – accompagnato dalla
moltiplicazione degli scambi e delle comunicazioni che determina
un’occidentalizzazione diffusa dei bisogni, dei consumi, degli stili di vita e
dunque dei progetti per il futuro.

Nella Conferenza di Palermo del
Dicembre 2000 sulla criminalità organizzata transnazionale, le Nazioni Unite
hanno definito la tratta come lo spostamento attraverso l’uso della forza o
dell’inganno di una persona in un luogo diverso da quello dove risiede, al fine
di sfruttarne il corpo (o parti di esso) per fini lavorativi e/o sessuali. 

I principali strumenti normativi,
che vengono utilizzati nel nostro paese, per la lotta contro la tratta è

art. 18 T.U sull’immigrazione che consente il rilascio di un
permesso di soggiorno speciale e la L. 228/2003 per l’inserimento in
programmi di protezione sociale per le/i migranti in situazione di tratta che,
tuttavia, viene applicata solo in parte interpretandone il dettato in modo
‘premiale’, in quanto di rado le questure concedono il permesso di soggiorno
senza una denuncia dettagliata, pur essendo previsto.  Recentemente una circolare del Ministero
dell’Interno permette l’accesso all’art 18 anche agli stranieri che subiscono
violenze o grave sfruttamento in ambito lavorativo.

Il traffico dei migranti e la tratta
delle donne non sono fenomeni nuovi nella storia: ciò che oggi li caratterizza
sono le dimensioni del fenomeno, la direzione dei flussi e l’enorme reddito da
essi prodotto grazie alla vendita di sogni e speranze di una vita migliore. Il
fatto che esistano così tanti individui disposti a contrarre debiti, infatti,
proprio per cercare di migliorare le condizioni di vita per sé e la propria
famiglia aiuta a capire quanto profonde siano le disuguaglianze.

La compravendita di persone è
un’attività molto conveniente grazie ad un paradosso tipico dei nostri giorni:
la globalizzazione consente alle merci ed ai capitali di circolare nel mondo
con estrema facilità, mentre per le persone emigrare legalmente è sempre più
difficile, e coloro che vogliono andare nei Paesi in cui hanno maggiori
probabilità di procurarsi un lavoro si trovano di fronte ad impedimenti e
restrizioni crescenti. Di conseguenza, chi non può emigrare legalmente finisce
quasi sempre in preda alle mafie che gestiscono il traffico di persone.

In Italia, il traffico di esseri umani è uno dei più gravi
d’Europa, per via della vicinanza con i Balcani e dei legami con alcuni Paesi
dell’Est europeo e dell’Africa ma anche dell’estensione delle coste.

Qui la tratta si mimetizza, in
buona parte, nell’industria del sesso a pagamento: stime governative indicano
in 70.000 le persone coinvolte nel mondo della prostituzione – di cui circa
20.000 donne migranti per le quali si può parlare di tratta vera e propria nel
10% dei casi – su un totale di 100.000 persone presumibilmente trafficate che
raggiungono il Belpaese. Il restante, sotto costrizione, lavora in laboratori
illegali, in cantieri edili, come collaboratori domestici, mendicanti o altro. Nel
2002 alle ex prostitute sono stati rilasciati 2500 permessi di soggiorno con i
quali hanno avuto accesso all’assistenza medica e legale, al lavoro,
all’istruzione.

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