Pisa – Dopo Firenze la questione
acqua è arrivata a Pisa. Seguendo l’esempio dei colleghi fiorentini i
consiglieri della Sinistra Arcobaleno sono usciti dall’aula. Così, nell’epoca
delle grandi alleanze trasversali, si sono materializzati i voti dell’opposizione
di centro-destra che per l’occasione hanno ritenuto necessario sostenere le
volontà dei sindaci sceriffo Fontanelli e Dominici.
Come a Firenze, quindi, anche a
Pisa la delibera di unificazione dei tre Ato è passata. La Sinistra Radicale
proponeva che la discussione venisse affrontata dopo l’approvazione della legge
regionale, e comunque non sono contrarie all’unificazione delle società degli
Ato do Firenze, Grosseto e Pisa.
Il giro d’affari dei privati
intorno all’acqua si aggira intorno ai 2.7 miliardi di euro annui, e spesso dimostrano
grandi incompetenze e gravi violazioni tanto da essere frequentemente presenti
inattività inquisitorie della magistrature. Da quando con la legge Galli è
stata approvata i grandi “investitori” sono stati attratti dalla
privatizzazione ed hanno messo le mani su un capitale enorme che va dalla
vendita all’estrazione alla fonte. Secondo stime internazionali si tratta di
cifre d’investimento che girano intorno ai 60 mila miliardi di euro in
trent’anni.
Il problema di fondo rimane lo
stesso. Possono privati fare profitti sull’acqua? Un ente di gestione
dell’acqua può essere una Società per azioni? L’acqua è un bene pubblico. Il PD
lo sa?
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