Teorema Sud Ribelle:Negli “appunti” del processo nasce una nuova inquisizione.

Cosenza
–  L’avanzamento dell’iter giudiziario del
processo alla Rete Sud Ribelle conferma le tesi che parlano di Teorema
costruito ad arte dai PM e nello specifico da Fiordalisi. Per dar manforte alla
tesi della Associazione Sovversiva i giudici cosentini, teleguidati dai
famigerati Carabinieri dei Ros, hanno ricostruito 30 anni di sovversione della
città bruzia, mettendo insieme i movimenti sociali degli anni ’70, fatti di
cronaca locale, i vertici internazionali di Genova e Napoli, ed i movimenti
sociali di quasi tutto il meridione. Il Sud Ribelle, rete di collettivi e
realtà locali, viene descritto come strumento di organizzazione dell’attività
sovversiva dell’ordine economico.  Sembra
si parli di ‘Ndrangheta, ed invece si scopre che i documenti parlano  di centri sociali, associazioni, collettivi ed
individualità.

In
questi “appunti” del Pm, si evince un chiara volontà di ricostruire gli eventi
in modo forzato e sempre in modo tale da far ricadere le responsabilità agli
imputati e a chi gli sta intono. Si ripete la stessa cosa che avvenne quando il
Gen. Dalla Chiesa nel 1980 fece irruzione nel campus universitario con i mezzi
blindati. Allora in Commissione anti-terrorismo in Parlamento parlò di “situazione
Cosenza”, descrivendo una città ed un’università in mano ai sovversivi. La
stessa dinamica si ripete oggi, con un magistrato che pretende di ricostruire la
storia della comunità cosentina tramite la teoria del complotto che la città intera muove contro lo
stato. Un arco di forze trasversale che va dalle autorità locali agli Ultrà. Se no, non si spiegherebbe  il fatto che nelle indagini si parli insieme di scontri  allo stadio, delinquenza comune e iniziativa
politico-culturale.  L’unica cosa certa, vista anche l’ultima manifestazione appena svoltasi il due febbraio è che la
città rimarrà silenziosamente sovversiva finché ci saranno questi giudici.

97383-Appunto riguardante la storia dell’eversione cosentina dagli anni ’70 ad oggi. Di Alfredo Cantafora.pdf

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