Aborto, donne in piazza per difendere la 194

Bologna, Milano, Roma, Firenze, Venezia, Torino, Padova, Palermo, Brescia, Bari…Le donne sono scese nuovamente in piazza rispondendo in tutta Italia all’ennesimo gravissimo attacco ai loro diritti.

Sorprendente l’adesione delle donne numerosissime e appassionate, alle manifestazioni indette solo il giorno prima.   Una risposta determinata e furente alla guerra che ci hanno dichiarato.

Donne (e uomini) in piazza, sit-in e cortei spontanei  in difesa della legge 194 e per protestare contro il blitz della polizia al Policlinico Federico II di Napoli per una presunta interruzione di gravidanza illegale.
Tensione a Roma. Nella capitale gli incidenti sono iniziati quando le donne, riunite sotto il ministero della Salute per un sit-in, hanno forzato il blocco della polizia per dirigersi dal Lungotevere verso piazza Argentina. Lì si sono avuti i momenti più forti di tensione, con il fermo di una donna e il traffico bloccato da parte delle manifestanti. La strada è stata liberata quando la giovane fermata è stata rilasciata.

La protesta a Napoli. Alcune centinaia di donne hanno partecipato alla manifestazione indetta dall’Udi. Piazza Vanvitelli, nel quartiere del Vomero, è stata occupata da gruppi di donne dei partiti di sinistra e di movimenti femministi.

Corteo spontaneo a Bologna. E’ nato come un presidio, davanti al reparto di ginecologia del policlinico Sant’Orsola-Malpighi, è diventato un blocco del traffico e poi un corteo di diverse centinaia di persone che, partito da fuori le mura del centro storico, ha raggiunto piazza Maggiore. La protesta ha coinvolto donne e uomini di tutte le età: tanti i cartelli e gli slogan, è ricomparso anche lo storico "Tremate tremate / le streghe son tornate", o "La 194 non si tocca / la difenderemo con la lotta". Anche qui cori contro Giuliano Ferrara e contro l’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra. Iniziato con alcune centinaia di persone, il corteo ha superato il migliaio di partecipanti.

Gli "indignati" a Milano. Anche a Milano erano centinaia le donne, e anche gli uomini, scesi in piazza San Babila per denunciare la loro "indignazione sia riguardo i fatti di Napoli, sia riguardo chiunque voglia toccare la normativa". Analoga protesta si è tenuta davanti alla clinica Mangiagalli, vicino al Policlinico. Protagoniste dell’iniziativa sono state molte associazioni femminili fra cui la "Rete regionale lombarda". Presenti anche esponenti del mondo sindacale e politico, fra Cgil, Sdl, Prc, Verdi, Pd.

Dal sito controviolenzadonne.org questo e molti altri comunicati da tutta Italia …

COMUNICATO collettivo femminista Degeneri

Ieri pomeriggio super blitz al nuovo policlinico di Napoli nel reparto di ostetricia.
Una bomba a forma di pancione? No. Camorristi con la cuffia da infermier@? No. Una scena di RIS, carabinieri,la squadra o scuola di polizia? nemmeno. 7 uomini in divisa hanno fatto irruzione ieri pomeriggio al nuovo policlinico per indagare su un interruzione di gravidanza di un feto malformato.
I paladini del Sacro Embrione cercavano un’irregolarità nella procedura di aborto, segnalata,dicono, da una telefonata anonima.
Evidentemente il movimento per la vita sta studiando nuove forme di pressione psicologica, giocando anche sulla leggendaria arguzia delle nostre forze dell’ordine, sempre capaci di fiutare un vero reato! Infatti si trattava di una folle bufala…
La donna è stata spaventata, interrogata, messa sotto pressione dopo soli 20 minuti dall’aborto e con lei anche la sua vicina di letto.
Criminalizzate entrambe in un momento così delicato.
Di cosa altro ci accuseranno? Cospirazione alla vita? Sovversione al ruolo di madre? Capi di reato che fanno luccicare gli occhi alle alte gerarchie ecclesiastiche, ai pancioni del tubo catodico come Ferrara, a vecchi e nuovi fascisti che parlano da balconi, pulpiti, microfoni, salotti televisivi e aule del parlamento.
Non si tratta di una fatto di cronaca e nemmeno di un ennesimo ma isolato episodio che vede calpestati i diritti.
Quando si parla di donne purtroppo da un pò di tempo a questa parte si parla di una strategia di attacchi ripetuti e collegati tra di loro che mirano non a ledere ma a cancellare del tutto quei diritti che il movimento delle donne si è conquistato e che sono il requisito minimo per cui oggi si sentono meno casi di donne morte sotto i ferri da calza delle mannane per un aborto clandestino.
Questo non è un semplice comunicato, perchè come altre volte nella storia non ci limiteremo a denunciare ma resisteremo fino a quando non sarà solo la donna a scegliere per sè e l’autodeterminazione l’unico metro per giudicare le decisoni prese sul nostro corpo.

 

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LA VOCE DELLE DONNE

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