Inail: una donna ogni tre giorni muore lavorando. Dati in aumento

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L’Inail
ha pubblicato le stime le morti bianche relative che riguardano le donne.  Vi sono stati in Italia più di 250 mila infortuni
e 99 decessi. La fascia più colpita è quella tra i 35 ed i 49 anni.

L’aumento
degli infortuni dipende  dall’aumento
occupazionale femminile e dall’accesso delle donne a lavori ritenuti “pericolosi”.
In Italia un infortunio su quattro riguarda le donne,  ogni 
tre giorni una donna muore sul posto di lavoro, il 27% del totale.

Negli
ultimi anni gli infortuni sul lavoro delle donne sono lievemente aumentati, ma
si tratta di un dato in linea con la crescita dell’occupazione femminile, che
in cinque anni ha registrato un incremento di circa 700mila unità superando nel
2006 i 9 milioni di donne occupate. Nello stesso tempo gli incidenti sono
passati dai 243.740 del 2001 ai 249.500 del 2006, con un costante aumento degli
infortuni in itinere, ovvero quelli avvenuti lungo il tragitto casa lavoro e
viceversa. Sempre tra il 2001 e il 2006 gli incidenti in itinere sono, infatti,
saliti dal 10,6% al 17% del totale degli infortuni femminili. In diminuzione
invece le morti bianche, che nel 2006 sono state 99 contro le 127 del 2001. Nel
complesso, comunque, nel 2006 gli infortuni mortali che hanno riguardato le
donne sono stati il 7,4% del totale.

La
fascia d’età più colpita è quella tra i 35 e i 49 anni, che conta quasi la metà
degli infortuni occorsi alle donne e delle quasi cento morti bianche del 2006.
In questa classe d’età gli infortuni al femminile costituiscono il 28% del
totale e la quota sale al 31% classe 50-64 anni, mentre scende al 24% per le
giovani al di sotto dei 35 anni. Sul piano territoriale, invece, oltre il 60%
degli infortuni femminili si verifica nel Nord del Paese, dove tra l’altro sono
presenti i più grandi distretti industriali.

Sono
stati 20.683 gli infortuni sul lavoro che hanno colpito lavoratrici straniere
nel 2006. Le più colpite sono state le romene con 2.909 incidenti, le
marocchine con 2.370 e le albanesi con 1.809. Diverso il caso delle donne
ucraine, che hanno registrato meno incidenti sul lavoro (845), ma più dei loro
connazionali uomini (esattamente il 52,6% del totale).

Secondo
i dati Eurostat, che si fermano però al 2004 ed escludono gli infortuni con
assenza dal lavoro inferiore a 4 giorni e quelli avvenuti lungo il tragitto
casa lavoro, in Italia si infortunano 1.554 donne ogni 100mila occupate: meno
della Spagna, della Francia e della Germania, ma più della Grecia e del Regno
Unito, Paese che però presenta livelli costanti di sottodenuncia.

 

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