Le elezioni in Spagna si macchiano di sangue; l’ex assessore socialista di Mondragon, Isaias
Carrasco, è stato ucciso sotto sotto la sua abitazione. L’uomo, 42 anni, è
stato raggiunto al torace da tre colpi di pistola. E’ morto mentre veniva
portato in ospedale. I candidati alle elezioni del partio socialista e del
partito popolare Zapatero e Rajoy, hanno concordato di porre subito fine alla
campagna elettorale. Benchè non ancora rivendicato, sembra un’azione di Eta che
in merito alle ezioni si era espressa da poco facendo
una chiamata al boicottaggio ed all’astensione.
Nell’ultimo comunicato l’Eta affermava che qualsiasi sia il
vincitore “si ritroverà davanti un
popolo in piedi e che Euskal Herria continuerà con la sua lotta il cammino
verso la libertà”. Mentre, sempre secondo l’Eta si prepara “un nuovo periodo di
oppressione per Euskal Herria”, Madrid vuol dare “una nuova stabilità e
legittimità alla sterpaglia giuridico-politica che lo stato spagnolo impone da
30 anni”.
La
sigla Eta sta per "Euzkadi Ta Azkatasuna" ("Patria basca e
Libertà") e il suo simbolo è un serpente attorcigliato a un’ascia. Fu
fondata il 31 luglio 1959. Nel 1974 l’Eta si è scissa in due gruppi: l’Eta
militare e l’Eta politico-militare. Questa fazione nel 1981 ha rinunciato alla
lotta armata. Tre anni prima, il 28 aprile 1978, era stato fondato "Herri
Batasuna" (Hb), diventato poi ‘Euskal Herritarrok’ e successivamente
"Batasuna", il partito nazionalista accusato da Madrid di essere il
braccio politico dell’Eta. Nell’aprile del 2003 la Corte Suprema ha notificato
lo scioglimento di "Batasuna" e delle liste "clonate" ai
parlamenti regionali del Paese Basco e Navarra. Nel 2004, l’Eta ha rivolto un
invito al dialogo al nuovo Governo socialista senza però rinunciare alla sua
campagna armata. L’ottobre dello stesso anno, dopo l’arresto del presunto
leader dell’organizzazione, Mikel Albisu Iriarte (alias "Mikel
Antza") il primo ministro Jose Luis Rodriguez Zapatero ha lanciato un
appello all’Eta a deporre le armi. A febbraio del 2005 il Parlamento spagnolo
rigettò il piano del premier basco Juan José Ibarretxe per una virtuale
indipendenza basca.
Tre mesi dopo diede al Governo Zapatero l’ autorizzazione ad avviare colloqui
di pace con l’Eta a condizione che il gruppo deponga le armi. Il 22 marzo
del 2006 l’Eta annunciò un cessate il fuoco permanente che nei mesi successivi
è stato sostanzialmente rispettato, consentendo a Zapatero di annunciare – fra
le critiche dell’opposizione – l’inizio di trattative. La tregua è stata
formalmente conclusa il 5 giugno del 2007, ma era stata già violata con una
bomba esplosa il 30 dicembre 2006 all’aeroporto Barajas di Madrid, che fece due
morti e 19 feriti, dopo il quale il premier Zapatero dichiarò la rottura del dialogo
di pace con l’Eta.