Istat: la disoccupazione è al 6,6, ma il paese è fermo.

L’Istat
ha diffuso i dati circa l’occupazione in Italia. La disoccupazione diminuisce,
ma il sud Italia non cresce, la disoccupazione giovanile aumenta e non migliora
la situazione delle donne. Nel quadro complessivo emerge  che la dinamica dell’occupazione si giova
fortemente del contributo fornito dai lavoratori stranieri migranti.  La crescita dell’occupazione straniera è
infatti risultata pari a 154.000 unità (+87.000 uomini e +67.000 donne). Il
lavoro di cui l’Istat sta parlando è quello dei contratti a termine, dei
cocopro, cococo, stagionali e via dicendo. Per questo le statistiche dicono che
la disoccupazione è ai minimi storici dal 1993.

La discesa della
disoccupazione
nel 2007, per l’istituto di statistica, è associata
a una minore ricerca dell’occupazione, soprattutto nel Sud
.
Nel Mezzogiorno, infatti, il tasso rimane ancora a due cifre, pari all’11%,
contro il 3,5% registrato al Nord. Dopo un biennio in discesa, il tasso di
disoccupazione giovanile è aumentato dal 22,6 per cento del quarto trimestre
2006, all’attuale 23,2 per cento. Rispetto al terzo trimestre 2007, al netto
dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione è rimasto invariato. Nel
quarto trimestre 2007 l’offerta di lavoro ha registrato, rispetto allo stesso
periodo del 2006, un incremento dell’1,0 per cento (+254.000 unità). Rispetto
al terzo trimestre 2007, al netto dei fattori stagionali, l’offerta di lavoro
si è ridotta dello 0,3 per cento.

Questi
dati rendono chiaro il fallimento economico-politico di una maggioranza che pur
avendone tempo  e possibilità ha deciso
di non fare,  ha deciso di non cambiare
le cose. Il lavoro in Italia non è flessibile. E’ precario. Le statistiche
servono agli studiosi ed agli economisti per farneticare sulla realtà, senza
peraltro conoscerla. La mancata riforma del mercato del lavoro è un macigno che
va a pesare proprio su quel 1% di lavoratori in più come peraltro a tutti
coloro che sono stati assunti negli ultimi 15 anni.  A Pisa la cosiddetta stabilizzazione tanto
proclamata nei comizi e sui media non si è vista. I precari dell’università ne
sanno qualcosa…

L’Istat
ha diffuso i dati circa l’occupazione in Italia. La disoccupazione diminuisce,
ma il sud Italia non cresce, la disoccupazione giovanile aumenta e non migliora
la situazione delle donne. Nel quadro complessivo emerge  che la dinamica dell’occupazione si giova
fortemente del contributo fornito dai lavoratori stranieri migranti.  La crescita dell’occupazione straniera è
infatti risultata pari a 154.000 unità (+87.000 uomini e +67.000 donne). Il
lavoro di cui l’Istat sta parlando è quello dei contratti a termine, dei
cocopro, cococo, stagionali e via dicendo. Per questo le statistiche dicono che
la disoccupazione è ai minimi storici dal 1993.

La discesa della
disoccupazione
nel 2007, per l’istituto di statistica, è associata
a una minore ricerca dell’occupazione, soprattutto nel Sud
.
Nel Mezzogiorno, infatti, il tasso rimane ancora a due cifre, pari all’11%,
contro il 3,5% registrato al Nord. Dopo un biennio in discesa, il tasso di
disoccupazione giovanile è aumentato dal 22,6 per cento del quarto trimestre
2006, all’attuale 23,2 per cento. Rispetto al terzo trimestre 2007, al netto
dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione è rimasto invariato. Nel
quarto trimestre 2007 l’offerta di lavoro ha registrato, rispetto allo stesso
periodo del 2006, un incremento dell’1,0 per cento (+254.000 unità). Rispetto
al terzo trimestre 2007, al netto dei fattori stagionali, l’offerta di lavoro
si è ridotta dello 0,3 per cento.

Questi
dati rendono chiaro il fallimento economico-politico di una maggioranza che pur
avendone tempo  e possibilità ha deciso
di non fare,  ha deciso di non cambiare
le cose. Il lavoro in Italia non è flessibile. E’ precario. Le statistiche
servono agli studiosi ed agli economisti per farneticare sulla realtà, senza
peraltro conoscerla. La mancata riforma del mercato del lavoro è un macigno che
va a pesare proprio su quel 1% di lavoratori in più come peraltro a tutti
coloro che sono stati assunti negli ultimi 15 anni.  A Pisa la cosiddetta stabilizzazione tanto
proclamata nei comizi e sui media non si è vista. I precari dell’università ne
sanno qualcosa…

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