Omicidi mirati senza processo. Israele continua ad uccidere.

Nablus – (Infopal). Questa mattina, un’imboscata delle forze speciali israeliane nel campo profughi di Balata, a Nablus, ha ucciso Hani al-Kaabi, uno dei capi di spicco delle brigate al-Aqsa, appartenenti al movimento di Fatah.

Un altro, Samer Abu Lail, delle brigate al-Quds, è stato ferito, insieme a un suo collaboratore, e arrestato. Ferita anche una ragazza.

Testimoni oculari hanno riferito, infatti, che un’unità speciale israeliana ha eseguito un’operazione di omicidio mirato, sparando e uccidendo Hani al-Kabi, 26 anni.

L’attacco, che è avvenuto nella zona della vecchia moschea, al centro del campo profughi di Balata, ha preso di mira anche Samer Abu Lail, 28 anni. Al-Kabi è stato ucciso all’istante, mentre Abu Lail è stato ferito e poi arrestato insieme al suo assistente, Alaa Olaian, 25 anni. Una donna, Ruwaida Abu Lail, 29 anni, è stata ferita a una coscia.

Giorni fa, l’intelligence israeliana, lo Shabak, ha accusato ufficialmente al-Kaabi del tentativo di volere avvelenare decine di israeliani assoldando due persone a Nablus, i quali, catturati, avrebbero ammesso il piano e spiegato che il giovane li avrebbe riforniti del veleno necessario. Tuttavia, questo fatto era stato smentito da al-Kaabi attraverso un comunicato stampa delle brigate al-Aqsa.

Inutilmente, la sua condanna a morte era già stata comminata. Senza processo. Com’è consuetudine.

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