Nuovi Cpt nelle caserme dimesse: uno in ogni regione. Ipotesi per la Toscana?

Ex caserme militari per ospitare
i nuovi Cpt, adesso ribattezzati con la sigla Cei, centri di identificazione ed
espulsione. E’ con questa decisione che si è concluso il vertice tenutosi il 27
Maggio scorso al Viminale fra il ministro dell’Interno, Roberto Maroni e il
ministro della Difesa, Ignazio La Russa. A questo scopo il Ministro La Russa ha
proposto l’uso di strutture militari dismesse. Ed è stato istituito un gruppo
di lavoro congiunto tra il ministero della difesa e quello dell’interno per scegliere
i siti dove verrano ospitate le nuove strutture di reclusione dei migranti. «Un
Cpt in ogni regione» è l’obiettivo primo di Roberto Maroni. I Cie verrano
dunque raddoppiati, passando dagli attuali 10
(Bari-Palese [196 posti], Bologna [95], Caltanissetta [96], Lamezia Terme [75],
Gradisca d’Isonzo [136], Milano [112], Modena [60], Roma [300], Torino [92],
Trapani [57] ) a 20, mentre addirittura quasi si
decuplica, da due a 18 mesi, il tempo a disposizione della polizia per
trattenere i clandestini che rifiutano di fornire le generalità, nel tentativo
di evitare così l’espulsione. La Russa ribadisce la sua volontà di creare «pattuglie
miste tra forze dell’ordine e militari per il controllo del territorio». La
misura non è stata inserita in alcun provvedimento del governo, ma i due
ministri ne stanno valutando l’impiego.

Mentre si parla di nuove
strutture per l’allontanamento degli stranieri, è doveroso anche osservare che
le attuali dieci sono sotto utilizzate: su 1279 posti, infatti, gli stranieri
presenti – al 27 Maggio 2008 –  erano
997, con un tasso di occupazione del 77 per cento.

Non una parola, al vertice
istituzionale, riguardo alla morte di Hassan Nejl, sabato 24 maggio, nel nuovo Cpt
modello di Torino, esempio di collaborazionismo dell’impresa umanitaria Croce Rossa nella gestione dell’odierna
forma dei campi d’internamento,
per omissione di soccorso. A questo proposito e per chiedere la chiusura dei Cpt, contro il reato di immigrazione clandestina e tutto il pacchetto sicurezza, il network antagonista torinese scenderà in piazza a Torino il 31 Maggio.

La Regione Toscana non cambia la
propria posizione sui Cpt e il presidente Claudio Martini ribadisce la propria
contrarietà, ricordando che “l’Europa lo considera un modello fallito”, e sottolineando
come l’idea di tenere fino a 18 mesi una persona all’interno dei Cpt, ‘’supera
di gran lunga la permanenza media in un carcere”. Comunque sia, anticipa
Martini, dovrà essere lo stesso governo “a scegliere dove realizzarlo”. Un modo
per dire che dovrà passare un pò di tempo ma la volontà governativa sarà
esaudita. Circolano già possibili ipotesi sulle destinazioni del Cpt toscano: in
vantaggio sarebbe la caserma Donati di Sesto Fiorentino, seguita dalla caserma
Gonzaga di Scandicci (ex Lupi di Toscana)e quella di Firenze sud. Intanto il
comune di Scandicci chiarisce che non ha nessuna intenzione di ospitare il Cpt.

Certo, tra le
dichiarazioni e la loro piena attuazione si apre l’abisso dell’applicabilità
effettiva e quotidiana della norma che, più delle scarse e difficoltose
resistenze dei movimenti, renderà inapplicabile una normativa che dovrebbe
ipso
facto
incarcerare centinaia milioni di persone che
lavorano, producono ricchezza e vivono nel nostro paese e sovraccaricare una
burocrazia poliziesca già ingolfata.
Di sicuro però,
il Berlusconi-tris schiantatosi contro le resistenze delle popolazioni campane,
deve mostrare almeno un pezzo del pugno duro promesso col "Pacchetto
Sicurezza", in un clima sociale fomentato da crisi economica e produzione
mediatica d’insicurezza; quella stessa che potrebbe anche rivoltarglisi contro
se non trova risposta nella corrispettiva produzione di una merce/sicurezza
vendibile dall’istituzione e consumabile dal cittadino medio.

Ed è allora ancora una volta contro lo straniero, diverso per definizione, che si può facilmente scagliare e governare il risentimento e l’odio di quote consistenti del corpo sociale.

 

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