Prime applicazioni, a Milano, dell’articolo 61, comma 11 bis, introdotto dal pacchetto sicurezza varato dal governo Berlusconi. La disposizione prevede "l’aggravante se il fatto è commesso da un soggetto che si trova illegalmente sul territorio italiano".
Questa aggravante, che riguarda, dunque, i clandestini che siano accusati di un reato, è stata contestata dal pm di turno ieri nei confronti di quattro persone che verranno processate, domani, per direttissima.
Si tratta di un cileno 18enne, che dovrà rispondere di danneggiamento e resistenza per un episodio avvenuto nel pronto soccorso ‘Santa Rita’ del capoluogo lombardo; di un marocchino di 27 anni, accusato di spaccio di cocaina ed eroina; e, infine, di un ucraino e un moldavo, rispettivamente di 32 e 25 anni, i quali verranno processati per furto aggravato di 6 televisori e 30 paia di scarpe.
L’aggravante, insomma scatta non per quello che si è fatto, ma per quello che si è. Un’ottimo strumento giudiziario razzista, al passo con i tempi.
Intanto domani a Torino ci sarà un corteo, dopo la morte del migrante marocchino avvenuta domenica scorsa nel cpt di corso Brunelleschi a Torino.
Fathi (come si è scoperto chiamarsi il giovane marocchino morto domenica) o Hassan (come l’Italia l’ha chiamato e ucciso). Fathi-Hassan è morto perchè nella contemporanea legislazione dell’Europa Comunitaria (e non nell’eccezione italiana) era, come migliaia di altri suoi fratelli e sorelle, un corpo uccidibile.
La sua morte da cane, nella sua eccezionalità, nasconde la norma di una condizione di sottocittadinanza tanto comoda al potere/capitale per gestire al ribasso e con ricatto, l’infinita e graduale gerarchia della forza-lavoro mobile e precaria.
Emergono in queste ore con indiscutibile chiarezza, le resposabilità fattuali nella morte di questo giovane della Croce Rossa, accompagnate dalla infami dichiarazioni del suo portavoce colonnello Baldacci, esternazioni che denudano il carattere razzista e coloniale di questa organizzazione para-militare.
Fathi/Hasan non è stato soccorso, è stato letteralemente lasciato morire…
Tra i pochi risultati effettivamente ottenuti dal nuovo esecutivo, l’emanazione di questa nuova regolamentazione dei famigerati Centri di Permanenza Temporanea che con questo nuovo decreto assumono la forma piena di "carcere etnico": l’immigrazione clandestina come reato, "soggiorno" prolungato fino ai 18 mesi e loro trasformazione in centri di espulsione; l’aspetto più inquietante è l’allestimento di caserme dismesse in inquietanti "centri di identificazione e espulsione".
Per la chiusura dei cpt, domani tutti a Torino.
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