Italia povera e precaria, è uscito il rapporto sui diritti globali 2008

Il necessario costa troppo, il superfluo costa poco. L’inflazione è cresciuta rapidamente, battendo di un punto percentuale l’incremento dei salari. Esiste un "divario indecente" tra i guadagni: in un anno un top manager guadagna 400 volte il salario di un operaio.
E’ l’impietoso quadro che fa dell’Italia il "Rapporto sui diritti globali 2008", il rapporto annuale promosso da Cgil, Arci, Cnca, Gruppo Abele e Antigone, ed elenca i punti deboli della globalizzazione, insistendo sulle criticità dell’economia, del mercato del lavoro, sicurezza e welfare.
Il volume è statao presentato oggi a Roma e è curato da Sergio Segio.

Lavoro sempre più precario
Nel 2007 i lavoratori a termine erano 2.269.000, quelli a tempo parziale 2.421.000, con una maggioranza di donne. La presenza femminile nel sommerso è stata calcolata in 1.350.000 unità.
I salari sono cresciuti meno dell’inflazione. Il 32% delle donne e il 60% dei lavoratori precari guadagnano meno di 1.000 euro al mese.

Sempre più poveri
Gli italiani si percepiscono più poveri o comunque a rischio povertà: il 32,1% parla di un peggioramento economico (nel 2007 era il 25,7%) e per il 13,7% si tratta di un cambiamento negativo molto significativo soprattutto nel Nord Est. Tra i beni percepiti come più costosi benzina, alimentari, casa e trasporti.

Morti bianche
Mille morti sul lavoro all’anno, 900 mila infortuni. "Se la ricerca del profitto viene anteposta alla vita umana, bisogna interrogarsi seriamente sulle falle di sistema della sicurezza sul lavoro", ha affermato il curatore del rapporto Sergio Segio.  Il testo unico sulla sicurezza sul lavoro (legge n.123/2007) è intervenuto sugli effetti perversi del sistema sicurezza, ma non ha modificato logiche e strategie di governo.

Immigrazione e lavoro
Un’azienda su 5 fa ricorso agli immigrati per lavori "dequalificanti, faticosi e manuali". Gli stranieri arrivano in Italia sani e qui, anche a causa delle condizioni lavorative, rischiano di ammalarsi.

Sicurezza
L’Italia risulta essere un paese relativamente sicuro: gli omicidi sono 1,19 ogni 100 mila abitanti.
Più sicuri rispetto al resto d’Europa anche per quanto riguarda i reati di strada. Si è però diffuso un sentimento di paura, esagerato rispetto alla realtà dei fenomeni criminali.
Il panico cresce soprattutto nei confronti degli stranieri, finendo per assumere derive xenofobiche. Gli immigrati sono invece spesso vittime di violenza: del 16% degli omicidi, del 24% di stupri, del 5,7% degli scippi, del 12,3% delle rapine in casa, del 9,9% delle estorsioni.

Spese militari
L’Italia è all’ottavo posto della classifica mondiale per la spesa militare. Nel 2007 sono stati spesi 29,9 miliardi di euro. Nel 2008 la spesa è stata aumentata di 2 miliardi.

tratto da: (rainews24)

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