Questa a Pisa non si era ancora
vista. Uno sparuto gruppo di pidiellini, tra cui la candidata sindaca Paoletti
e Diego Petrucci di Azione giovani (quello che faceva i saluti romani dalla
finestra della sede sul Lungarno di Alleanza nazionale, e si faceva notare tra
quelli che fuggivano più veloci di tutti durante i blitz degli antifascisti ai raduni dei nostalgici repubblichini al cippo
di Coltano) ha inscenato una pseudo-ronda, con fischietti («a simulare le
sirene dei vigili urbani che non intervengono», come viene prontamente
riportato dal Tirreno) e bandiere tricolori, tra gli ambulanti africani di via
Cammeo, colpevoli di tentare di sopravvivere con i loro innocui commerci al saccheggio
perpetrato da secoli di sfruttamento selvaggio del loro continente da parte del
‘civile’ Occidente, e di strappare alla fame, vendendo le loro mercanzie, le
loro famiglie rimaste in Africa. Certo, i problemi di Pisa non sono più il
proliferare delle case sfitte, degli affitti al nero e alle stelle, non il
lavoro centellinato che sta mettendo in ginocchio un’intera generazione di
precari, l’impossibilità di arrivare a fine mese, la precarietà della vita.
Parlano chiaro le statistiche:
Pisa si svuota lentamente, gli stessi residenti pisani si spostano al ritmo di
10.000 ogni 10 anni nei comuni limitrofi alla ricerca di una vivibilità che la
città offre sempre di meno, per lasciare il posto alle banche, ai servizi di
lusso e alle vetrine: ma giustamente conta invece la volontà dei commercianti,
che pretendono ordine e disciplina! E allora eccoli questi paladini della
legalità a senso unico a sventolare le loro bandiere e i loro fischietti , a
fare i forti con i più deboli, appoggiati da pseudo-comitati di 10 persone che
però ritroviamo tutti i giorni sulle pagine dei quotidiani cittadini con i loro
deliranti proclami. Già, i quotidiani: l’‘avvenimento’ in questione ha trovato
subito una degna eco nelle pagine del Tirreno, con commenti che ricalcano
perfettamente quel ‘razzismo democratico’ e perbene che equipara i migranti ai
«malavitosi», che descrive il «commercio abusivo» come una «piaga» e gli
approcci ai turisti come «assalti», e che lascia spazio a improbabili scenette
come la seguente (testuale): «[…] La Paoletti a quel punto dice a ognuno di loro: “Sono
un cittadino, pago le tasse e vorrei camminare nella mia strada”. E la strada è
liberata». Se non fosse una tragedia, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate.
vista. Uno sparuto gruppo di pidiellini, tra cui la candidata sindaca Paoletti
e Diego Petrucci di Azione giovani (quello che faceva i saluti romani dalla
finestra della sede sul Lungarno di Alleanza nazionale, e si faceva notare tra
quelli che fuggivano più veloci di tutti durante i blitz degli antifascisti ai raduni dei nostalgici repubblichini al cippo
di Coltano) ha inscenato una pseudo-ronda, con fischietti («a simulare le
sirene dei vigili urbani che non intervengono», come viene prontamente
riportato dal Tirreno) e bandiere tricolori, tra gli ambulanti africani di via
Cammeo, colpevoli di tentare di sopravvivere con i loro innocui commerci al saccheggio
perpetrato da secoli di sfruttamento selvaggio del loro continente da parte del
‘civile’ Occidente, e di strappare alla fame, vendendo le loro mercanzie, le
loro famiglie rimaste in Africa. Certo, i problemi di Pisa non sono più il
proliferare delle case sfitte, degli affitti al nero e alle stelle, non il
lavoro centellinato che sta mettendo in ginocchio un’intera generazione di
precari, l’impossibilità di arrivare a fine mese, la precarietà della vita.
Parlano chiaro le statistiche:
Pisa si svuota lentamente, gli stessi residenti pisani si spostano al ritmo di
10.000 ogni 10 anni nei comuni limitrofi alla ricerca di una vivibilità che la
città offre sempre di meno, per lasciare il posto alle banche, ai servizi di
lusso e alle vetrine: ma giustamente conta invece la volontà dei commercianti,
che pretendono ordine e disciplina! E allora eccoli questi paladini della
legalità a senso unico a sventolare le loro bandiere e i loro fischietti , a
fare i forti con i più deboli, appoggiati da pseudo-comitati di 10 persone che
però ritroviamo tutti i giorni sulle pagine dei quotidiani cittadini con i loro
deliranti proclami. Già, i quotidiani: l’‘avvenimento’ in questione ha trovato
subito una degna eco nelle pagine del Tirreno, con commenti che ricalcano
perfettamente quel ‘razzismo democratico’ e perbene che equipara i migranti ai
«malavitosi», che descrive il «commercio abusivo» come una «piaga» e gli
approcci ai turisti come «assalti», e che lascia spazio a improbabili scenette
come la seguente (testuale): «[…] La Paoletti a quel punto dice a ognuno di loro: “Sono
un cittadino, pago le tasse e vorrei camminare nella mia strada”. E la strada è
liberata». Se non fosse una tragedia, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate.
articoli correlati: