Via libera alla discarica di Chiaiano. I sindaci trattano, la gente no.

NAPOLI – Non si arrendono i
comitati che si oppongono alla discarica di Chiaiano. Duecento persone hanno
atteso in piazza la conclusione del vertice in prefettura con Bertolaso, e
malgrado gli impegni e le rassicurazioni del sottosegretario si intende continuare
la lotta. "Siamo pronti a difendere la cava con ogni mezzo", insiste
Pietro Rinaldi, uno dei leader dei no global che partecipano alla protesta. E’
domenica sera, fa caldo e c’é Italia-Spagna in tv: malgrado ciò il presidio è
affollato, e a un certo punto spunta un maxischermo per seguire gli azzurri
mentre l’animata discussione prosegue. Le prime notizie che vengono dalla
prefettura suscitano delusione: il sì alla discarica era ampiamente annunciato,
ma l’ufficializzazione accende comunque gli animi. Si attende l’arrivo dei
sindaci che si sono confrontati con Bertolaso. "La discussione resta
aperta sulle obiezioni rilevate dai nostri tecnici di parte. Questo è un passo
positivo, ma dobbiamo restare uniti e continuare a resistere", dice il sindaco
di Marano Salvatore Perrotta. "Oggi il temuto annuncio dell’avvio dei
lavori non è arrivato – prosegue Perrotta – anzi i tecnici di Bertolaso hanno
preso coscienza che nelle cave c’é già un inquinamento da metalli pesanti, come
dimostra la loro decisione di procedere ad una bonifica del sito".

Il vicesindaco di Marano, Massimo
Nuvoletti, sottolinea come Bertolaso stia per varare un piano per la raccolta
differenziata a Marano e Mugnano, come i manifestanti chiedevano da tempo:
"Bertolaso ha un suo piano per la differenziata che sarà messo in atto con
l’ aiuto degli uomini della protezione civile. Entro il 30 ottobre dobbiamo
raggiungere il 20 per cento di differenziata per avere in contropartita che in
una eventuale discarica venga sversato solo il secco". Dagli
amministratori locali viene l’ invito ai manifestanti a tenere con forza il
presidio, anche perché i tempi tecnici sembrano ulteriormente allungarsi. La
protesta resta comunque molta ferma nel dire no all’ ingresso dei compattatori
a Chiaiano: "Impediremo ai camion di arrivare alla cava – avverte Pietro
Rinaldi – la proposta di una bonifica del sito dà ragione alle obiezioni che
noi sollevavamo, ma non deve essere una presa in giro. Mi auguro che alla fine
il buon senso prevalga, perché noi restiamo pronti a difendere la cava con ogni
mezzo". Suscita applausi la notizia di una possibile bocciatura in sede Ue
del decreto del Governo sui rifiuti, riferita oggi ai media
dall’europarlamentare dei Verdi Monica Frassoni e riportata ai manifestanti dal
vicesindaco di Marano.

La voce dell’Unione Europea è
invocata anche da Gemma Infantocci, conigliere comunale di Marano, di
Rifondazione Comunista: "Spero che queste ulteriori analisi tecniche –
dice l’ Infantocci – non siano una presa in giro. Noi comunque continueremo a
sostenere le nostre tesi portandole anche in Europa". Piace anche l’idea
di un ricorso alla magistratura, annunciata nel pomeriggio dal presidente della
commissione ambiente del consiglio comunale di Napoli, Carlo Migliaccio. La protesta
quindi resta viva: domani si discuterà ancora in occasione del consiglio
comunale di Marano. Il no della piazza alla discarica resta vivo, anche se la
sensazione è che i sindaci, avendo apprezzato le promesse offerte da Bertolaso,
possano provare nei prossimi giorni a smussare le tensioni per evitare che gli
animi si accendano come era avvenuto il mese scorso. Ma la vera prova del fuoco
sarà l’arrivo a Chiaiano degli uomini e dei mezzi per dare il via ai lavori di
allestimento. 

La realizzazione del sito verrà
fatta "a regola d’arte", bonificando prima la cava (che, in quanto ex
poligono di tiro, presenta concentrazioni di piombo superiori alla norma): i
primi conferimenti di spazzatura sono previsti "entro tre mesi e non
prima", ossia il tempo necessario per un allestimento che dia le
necessarie garanzie di sicurezza. Anche la cava di Chiaiano, così come le altre
discariche individuate per superare l’emergenza rifiuti in Campania, verrà
considerata sito di interesse strategico nazionale, e dunque presidiata
dall’esercito oltre che dalle forze dell’ordine.

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