Pisa_ Sono un centinaio in tutto, lavorano per due cooperative esterne (Cooplat e Arca) e protestano perché non gli viene riconosciuto il contratto dei lavoratori del trasporto, ma solo quello del multiservizio, con duecento euro in meno in busta paga, senza regole sugli orari, i turni, l’importanza delle mansioni svolte.
Che i lavoratori addetti allo scarico e carico merci debbano passare al contratto del trasporto aereo è previsto da un accordo sottoscritto dall’Enac (ente nazionale per l’aviazione civile) e i sindacati a livello nazionale, che risale al luglio 2007, finora non riconosciuta dalla Sat, la società di gestione del Galilei.
"E’ in corso un gioco di rimpalli di responsabilità tra Sat, Enac e le ditte stesse sulla mancata applicazione dell’accordo, che prevedeva l’inquadramento dei lavoratori nel contratto del trasporto aereo – spiega Tito Ribechini, segretario provinciale Filt-Cgil, il sindacato che ha indetto la vertenza -. L’accordo nazionale del 3 luglio 2007 a Pisa è rimasto lettera morta. La Sat contesta questo accordo e si è appellata al Tar. L’Enac, dal canto suo, non ha vigilato sulla sua applicazione".
Nel primo sciopero datato 30 maggio, l’adesione fu praticamente totale e la Sat dovette rimediare affidando il servizio di carico e scarico bagagli a personale interno.
Ci furono alcuni disagi, ma contenuti. «Nel frattempo le cose non cambiano – aggiunge il sindacalista Cgil -. Ai dipendenti dell’Arca e della Cooplat vengono richiesti i doveri, le prestazioni e le responsabilità tipiche dell’attività del trasporto aereo ma non gli vengono riconosciuti i diritti e le condizioni contrattuali corrispondenti. In particolare segnalo lo stipendio da fame, 800 euro, che percepiscono per un lavoro pesante e impegnativo». Si passa così allo sciopero di Sabato 21 giugno, dalle 10 del mattino alle 6 di sera, incrociano le braccia per l’ennesima volta in pochi mesi gli addetti allo smistamento bagagli.
E qui l’azienda commette un evidente illecito.«Sat ha sferrato un attacco inaudito alla libertà ed al diritto di sciopero con pratiche di basso crumiraggio degni del primo Novecento», hanno detto i rappresentanti sindacali. Durante l’incontro, si sono detti stupefatti del comportamento tenuto dai vertici della Sat ed anche dell’Enac. In particolare di Sat, la società gestrice dell’aeroporto, che in occasione di questo ultimo sciopero ha deciso di sostituire gli scioperanti con 17 lavoratori interinali. «E’ un comportamento di inaudita scorrettezza – dice Tito Ribechini della Filt-Cgil – e a mali estremi, estremi rimedi in quanto inaspriremo la nostra posizione con una vertenza di 24 ore».
Sembra che la Sat ormai in maniera automatica in vista di una qualsiasi forma di agitazione dei lavoratori, sostituisce il personale con lavoratori interinali. Goffredo Carrara della Cgil precisa: «Questa pratica non solo è un attacco inaudito al diritto di sciopero ma pone anche l’accento sulla mancanza di rispetto delle norme di sicurezza perché vengono chiamati lavoratori non professionalizzati».
Tutti i sindacalisti, compreso Enzo Casarosa della Uil, denunciano anche «gravissime forme intimidatorie e minacce di denuncia da parte della Sat». «Anche la partecipazione dei lavoratori ad un’assemblea – dice Ribechini – viene osteggiata ed ostacolata nello svolgimento, con i lavoratori che non riescono a partecipare a riunioni neppure di un’ora». Sul banco degli imputati sale anche l’Enac. Ieri infine, l’incontro tra i vertici della Sat e i rappresentanti sindacali.
Dal faccia a faccia dovevano emergere dei segnali di apertura, specie sull’applicazione del contratto del trasporto aereo ai lavoratori delle cooperative, e poi su una serie di altre questioni: ad esempio il nodo della sicurezza, sul piazzale e non solo, la carenza di organici, la richiesta di nuove assunzioni, chiarezza sui futuri assetti dei servizi cosiddetti di ‘handling’ (assistenza passeggeri, check-in, smistamento bagagli, centraggio aerei).
Oltre alle contestazioni mosse sull’assunzione improvvisa e non concordata dei 17 interinali. Tutte questioni aperte, alle quali la dirigenza Sat ha fornito risposte che non soddisfano minimamente gli obiettivi posti.
E così si va dal prefetto. «Vogliamo che sia un soggetto terzo — dichiarano i sindacati — a garantire l’apertura della Sat rispetto alle nostre richieste». L’incontro dovrebbe svolgersi in piazza Mazzini già nei primi giorni della prossima settimana.
Ieri intanto la vicenda è stata discussa in consiglio comunale, dopo l’interpellanza presentata dalla Sinistra Arcobaleno proprio su quanto accaduto sabato scorso. Il capogruppo Carlo Scaramuzzino ha ribadito di considerare l’atteggiamento della Sat «un attacco alla libertà e al diritto di sciopero.
Ricorrere alla sostituzione dei lavoratori in sciopero — ha dichiarato — rammenta pratiche di crumiraggio adottate 40 anni fa». Nelle richieste dell’Arcobaleno un incontro urgente, alla presenza dei capigruppo, dei sindacati «per una presa di conoscenza diretta delle precarie condizioni di esercizio dei diritti sindacali da parte dei lavoratori dell’aeroporto».
L’interpellanza chiedeva anche al sindaco di promuovere un’iniziativa forte nei confronti dei vertici Sat «società a prevalente capitale pubblico, perché in aeroporto sia ripristinato il prima possibile il rispetto delle norme costituzionali in materia di diritto di sciopero». L’amministrazione ha risposto tramite l’assessore Giuseppe Forte che ha convocato i sindacati per martedì prossimo alle 9 in Comune, presenti i gruppi consiliari.
Quanto alla dirigenza, ha promesso che inviterà l’a.d. Pier Giorgio Ballini a parlare in Comune, «ma non sugli aspetti gestionali del personale — ha precisato —, bensì sui possibili scenari futuri dell’aeroporto, vista la grave congiuntura economica internazionale determinata dal caro-petrolio».
Per Forte, insomma, la questione dell’inquadramento contrattuale dei lavoratori delle cooperative è tematica che rientra nell’alveo aziendale, e non è di competenza del consiglio comunale.
L’Arcobaleno ha ovviamente replicato: «Come si può discutere di prospettive economiche — ha concluso Scaramuzzino — se non si affrontano prima le questioni del personale, dei salari e degli orari di lavoro?»