La strategia di “marketing territoriale” della Provincia di Pisa: distruzione di saperi e territori

Il 16 luglio, presso l’Auditorium della
Provincia, si e’ tenuto il convegno di presentazione del Piano di Marketing
Territoriale della Provincia di Pisa, realizzato in collaborazione con Ernst
& Young e con l’Università di Pisa.

Ma che cosa significa “marketing
territoriale”? Per marketing territoriale si intende quella attività di
marketing che ha come oggetto lo sviluppo di un territorio. In seguito alla
globalizzazione dell’economia e all’apertura dei mercati mondiali, la
competizione economica non si svolge più solo tra soggetti ma tra territori: il
territorio diventa un soggetto economico che opera in un ambiente altamente
competitivo. I territori vengono costretti a stare nel mercato globale, a
comunicare le loro ricchezze, ad avvalersi di strumenti imprenditoriali, a
mirare al business, legando a doppio filo lo sviluppo economico locale a
imprese e capitali esterni al territorio. In sostanza dunque si tratta di una
collaborazione tra gli Enti locali e le imprese operanti nelle aree
interessate, nella quale il ruolo degli attori del territorio viene
compenetrato dai principi miranti esclusivamente al profitto e dunque alla
stregua di una cruda competizione economica.

st1:*{behavior:url(#ieooui) }

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

Pisa non poteva certo restare fuori da questo
tipo di progettualità capitalistica sfrenata. E tantomeno l’Università, con le
sue risorse umane sfornate quotidianamente per essere sfruttate al meglio, non poteva
non dare il suo apporto logistico agli indirizzi di questa operazione. Con la
presenza del Prof. Maurizio Vernassa (Facoltà di Scienze Politiche), infatti,
l’Università di Pisa era presente al convegno proprio nella parte di
presentazione del piano operativo per i settori ad alto potenziale (di
sfruttamento, ribadiamo noi). Alla stesura del Piano di Marketing Territoriale, per l’Università di Pisa, ha partecipato un gruppo di lavoro composto
dal personale del Master in Governance Politica, diretto appunto dal Prof.
Vernassa. L’intervento del docente seguiva quello dei due manager della Ernst
& Young, esperti di marketing territoriale, governance e partenariati
finanziari.

Tanto per capirsi, Ernst & Young è una
società multinazionale specializzata nella consulenza
alle imprese in materia fiscale, di revisione di bilancio, di
outsourcing contabile e legale. Essa fa parte delle cosiddette "Big Four",
ovvero le quattro società che a livello mondiale si spartiscono la grande parte
del mercato; le altre tre "big" sono Pricewaterhouse Coopers, Deloitte
& Touche e Kpmg. Fino al 2002
a queste si aggiungeva Andersen (ex Arthur Andersen)
prima del fallimento seguito allo scandalo Enron negli Stati Uniti. Il mercato
di riferimento è stato caratterizzato da progressive aggregazioni e fusioni tra
società, sino a raggiungere gli attuali livelli di sostanziale oligopolio.

Il sistema produttivo pisano si presenta
particolarmente attrattivo per tale tipo di strategia sinergica tra più parti,
in quanto si ha la presenza di strutture di Ricerca e Sviluppo di primissimo
piano nello scenario italiano ed internazionale ed un elevato potenziale
innovativo, riscontrabile nella elevata capacità brevettale. In secondo luogo,
il vantaggio competitivo è dato dalle infrastrutture sociali e di trasporto,
specialmente portuali e aeroportuali presenti in loco.

In questi settori, i cosiddetti policy makers – ovvero coloro che hanno il potere di influenzare politiche
o pratiche a livello internazionale, nazionale o locale – hanno programmato
numerose azioni per l’attrazione degli Investimenti Diretti Esteri e per lo
sviluppo, che si traducono anche in politiche di investimento mirate. Il lavoro
presentato al convegno, durato tre anni, ha condotto alla definizione di una
strategia che si concentra in particolare sui settori delle Tecnologie
informatiche e della comunicazione, della Nautica e delle Biotecnologie
farmaceutiche e medicali.

Nelle 3 tavole rotonde che si sono realizzate –
ciascuna relativa ad uno dei settori strategici individuati – i policy-maker, i
referenti delle aziende leader di settore, i venture capitalist e i
rappresentanti del mondo della ricerca hanno permesso di individuare le
potenzialità che caratterizzano il territorio, e hanno promosso la possibilità
di trasformale in concrete opportunità di investimento. Questo cosa vuol dire?

A breve tutto ciò che si muove sul nostro
territorio verrà gestito da imprese private, che non perseguiranno affatto
l’interesse della comunità locale ma solo i propri obiettivi  e “valori” aziendali. In un contesto nel
quale anche la storica Università pubblica italiana rischia a breve di essere
convertita in fondazione a partecipazione di privati questo deve spaventare e
non poco. Non solo sarà messa in discussione la formazione, il sapere libero e
critico (che già è difficile adesso), ma i minimi elementi di conoscenza
“permessi” saranno canalizzati verso la trasformazione/distruzione dei nostri
stessi territori e delle politiche sociali che dovrebbero orientare gli
interventi sulla società.

st1:*{behavior:url(#ieooui) }

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

Questa voce è stata pubblicata in Capitale/Lavoro, Cronaca Pisana. Contrassegna il permalink.