Pisa_ Il Consiglio Comunale ha approvato le varianti urbanistiche che consentiranno il trasferimento delle funzioni militari dal centro storico e la costruzione della nuova "cittadella militare" ad Ospedaletto “Un passo importante verso la realizzazione di uno dei più grandi progetti di trasformazione della nostra città” cosi il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi ha commentato l’approvazione delle due varianti che consentiranno tale trasferimento.
“Con queste varianti -prosegue il Sindaco- diamo attuazione all’accordo siglato lo scorso anno con il Ministero della Difesa e con il Demanio, accordo che prevede lo spostamento in una nuova struttura polifunzionale di tre caserme poste ora nel centro cittadino."
Sul portale pisainforma.it (portale d’informazione del comune) non c’è cenno al fatto che le delibere passate in consiglio non sono state approvate all’unanimità , come succedeva di solito per questa materia, ma con l’opposizione della destra e l’astensione della sinistra.
Questo perchè solo in questi ultimi giorni, i consiglieri della minoranza e l’intera città è venuta a sapere che la dove dovrà sorgerà la "cittadella militare", unificazione delle tre caserme, i proprietari dei terreni non sono d’accordo con i lavori.
Hanno infatti presentato ricorso al Tar regionale, ma al di là di quello che potrà essere l’ esito del ricorso, è chiaro che ancora una volta i nostri amministratori continuano a gestire i progetti di "riqualificazione" in tutto segreto, senza una consultazione ampia e trasparente con la città e addirittura tenendo segrete le problematiche relative all’istallazione di un centro militare di tale ampiezza nel territorio periferico cittadino.
Le modifiche alla destinazione d’uso delle vecchie caserme in centro, sono chiaramente condizionate nella loro effettività dalla costruzione della nuova caserma di Ospedaletto.
Il comune però continua a dire che , il “progetto caserme” va avanti: nello specifico le delibere di adozione delle varianti al Regolamento Urbanistico ed al Piano Strutturale approvate in questi giorni riguardano la modifica della destinazione d’uso delle tre caserme ( Artale; Curtatone e Montanara; Bechi – Luserna) che, secondo quanto raccontano lorsignori, verranno riutilizzate rispettando il contesto in cui si inseriscono e dando spazio a nuove residenze.
Nei fatti: nelle due caserme più interne al centro storico (Artale e Curtatone e Montanara) sono previste anche residenze (non si riesce a capire in che misura), parcheggi pertinenziali e immancabili, gli esercizi commerciali; mentre la destinazione della Bechi Luserna (di gran lunga la caserma più grande) prevede la costruzione del nuovo "terminal turistico" con parcheggi, strutture ricettive, residenze , esercizi commerciali e centro servizi turistici.
Insomma una macchina spenna turisti, per la gioia degli imprenditori che gestiranno tali strutture alberghiere e ricettive.
La riqualificazione passa anche in questo caso dalla trasformazione di edifici storici, in centri commerciali al saldo dei privati, che contribuiscono a degradare le relazioni sociali in città.
Il sindaco continua: "Un’opportunità ed una sfida per la nostra città che con questo progetto avrà la possibilità di intervenire nel centro storico creando soluzioni ai problemi pressanti liberando nuove aree, creando nuove abitazioni e riportando residenti in città. Al contempo creeremo una nuova caserma che possa rispondere alle esigenze sempre più specialistiche di un settore, quello militare, che nella nostra città ha caratteristiche di eccellenza e che fornisce servizi di rilevanza nazionale.”
L’opportunità e la sfida sicuramente ci sarà, ma solo per una piccola parte della città, per esattezza quella rappresentata dai soliti imprenditori che avranno la possibilità di investire.
Se si vogliono riportare i residenti in centro, forse dovremo chiedere a Gambini (presidente di confedilizia) di accantonare le sue proposte di cacciare gli studenti dal centro, unica risorsa di questa città, e pensare di dire ai suoi "compari" di allentare il cappio intorno al collo dei pisani e degli studenti fuori sede.