Le scelte aziendali delle FS e il licenziamento del macchinista De Angelis

Un golpe di Ferragosto da parte della dirigenza delle FS: il
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il macchinista Dante De
Angelis è stato licenziato per avere denunciato che due Eurostar si
sono spezzati per le scelte aziendali di diminuire le manutenzioni, che
mettono in pericolo la vita di chi prende il treno.

Il 10 marzo 2006 De Angelis aveva già ricevuto una lettera di
licenziamento senza preavviso – poi ritirata -, che giunse a seguito del suo
rifiuto di condurre, il 4 febbraio 2006, l’Eurostar 9311 Bologna-Roma
perche’ dotato del sistema Vacma  (Veille Automatique Control par Maintien d’Appui, in italiano «Sistema
di controllo automatico del mantenimento della vigilanza»), detto anche "pedale dell’uomo morto". Si
tratta di un pedale da tenere sempre premuto, fino a quando un segnale
audio (che vien fuori in genere dopo 55 secondi) non indica di
rilasciarlo per un attimo: lo scopo è di garantire che il macchinista
«sia sempre presente e vigile».
 
Nel caso il conducente non «obbedisca»,
dopo 2,5 secondi c’è un secondo segnale audio (di ulteriore allarme) e
dopo altri 2,5 secondi interviene la frenatura automatica del treno. Dispositivo
considerato pericoloso per lavoratori e viaggiatori, giudicato
insicuro ed in violazione del decreto legislativo n. 626 del 1994 sulla
sicurezza nei luoghi di lavoro, da numerose Asl. L’adozione da parte di
Trenitalia del dispositivo Vacma, giustificata con la necessita’ di
incrementare i livelli di attenzione dei macchinisti, sembra rispondere
a strategie aziendali volte alla riduzione del personale di cabina: da
due ad un macchinista; da diversi mesi i macchinisti hanno portato
avanti ripetute azioni di protesta contro la reintroduzione del
dispositivo.


16 agosto 2008 – Beppe Pinto (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Trenitalia)

L’aver esercitato il diritto di critica ed il ruolo di scrupoloso
RLS è costato, ancora una volta, il posto di lavoro a Dante De Angelis,
macchinista in forza al deposito locomotive di Roma S. Lorenzo. Il
macchinista e Rls di Roma S.Lorenzo aveva commentato lo spezzamento del
primo Eurostar, Etr 500, avvenuto a Milano centrale il 14 luglio
scorso, ipotizzando l’eventualità di difetti di progettazione,
controllo, manutenzione e rischi per la sicurezza; Ieri 15 agosto 2008,
presentatosi al lavoro, secondo il proprio turno, il capo deposito
titolare di Roma S.Lorenzo gli ha annunciato verbalmente che era stato
licenziato.
 
A seguito delle sue rimostranze e della richiesta di una
comunicazione formale per iscritto, il funzionario aziendale, per tutta
risposta, ha chiamato la Polfer per allontanarlo dall’impianto; Con
questo atto la Società vorrebbe chiudere la bocca ad un delegato che ha
osato mettere in evidenza le possibili lacune, ammesse anche dallo
stesso AD Moretti, che hanno determinato lo spezzamento di due Eurostar
nell’arco di 10 giorni. Sulle cause degli spezzamenti degli Eurostar
avvenuti a Milano con i due Etr 500 indagano intanto le procure di
Milano e Torino, con particolare riferimento agli organi di aggancio,
mentre l’azienda aveva scaricato tutta la colpa sui macchinisti “rei”
di aver lasciato inserito l’apparecchiatura SCMT; ma che ci sia un
problema di manutenzione è evidente a tutti, poiché è inammissibile che
i treni si spezzino a seguito di una frenatura d’emergenza, anche
indebita, comandata dall’apparecchiatura SCMT.
 
Con questa azione, che
segue quella degli 8 licenziamenti di Genova ai danni di operai che
avevano già terminato l’attività di manutenzione programmata il gruppo
dirigente delle FS spa apre uno scontro senza precedenti contro i
lavoratori delle FS, ai quali si chiede di tacere anche quando, nel
ruolo di RLS, hanno l’obbligo di segnalare ogni possibile elemento di
rischio che possa pregiudicare la sicurezza dei lavoratori, dei treni e
dei cittadini che ogni giorno li usano con fiducia. Vi sono gravi
elementi che inducono a pensare che questo licenziamento sia frutto di
un particolare accanimento e di una vera e propria persecuzione, quasi
una vendetpersonale, da parte dei massimi dirigenti Fs sottoposti a
procedimenti penali proprio a seguito delle denunce dei Rls; Dante De
Angelis, era stato già licenziato nel marzo 2006 per il rifiuto di
usare il pedale dell’uomo morto e poi reintegrato dall’azienda a
seguito di una grande mobilitazione sindacale, politica e di opinione
pubblica.
 
Dopo le abbuffate di ipocrisia (precedenti la stesura del
Testo Unico) che lo volevano al centro di un sistema virtuoso tendente
al progressivo miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi
di lavoro – il ruolo del RLS – col licenziamento di Dante De Angelis,
torna a essere quello delle origini: scomodo e, quindi, da ridurre al
minimo, al silenzio. In più, Dante è stato licenziato perchè ha posto
al servizio della collettività, dei cittadini-viaggiatori, la propria
esperienza, una sorta di garanzia che, per qualità del servizio
ferroviario, si potesse contare soprattutto sui diretti artefici: i
ferrovieri stessi. Per questo abbiamo tutti il dovere di rispondere in
modo adeguato a questa sfida, richiedendo il reintegro immediato di
Dante De Angelis. Vi è il rischio concreto di una degenerazione delle
nostre condizioni di lavoro si in termini di sicurezza che di libertà.

Beppe Pinto Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Trenitalia

 

ECCO LA LETTERA CHE 15 RLS HANNO SCRITTO AL MINISTRO, A MORETTI E AI SINDACATI SUI PROBLEMI DELLA SICUREZZA E DELLA MANUTENZIONE

Al Ministro dei Trasporti, Altero Matteoli All’AD delle FS, Mauro Moretti P.zza della Croce Rossa, 1 00161

Roma E, p.c. Alle Segreterie nazionali Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fast, Orsa CUb, SdL

Onorevole Ministro, egregio amministratore delegato,

siamo un gruppo di lavoratori di Trenitalia, Rappresentanti per la
Sicurezza, (RLS) giunti alla determinazione di scriverVi a seguito dei
numerosi e gravi inconvenienti avvenuti negli ultimi mesi che hanno
evidenziato seri problemi di sicurezza nel trasporto ferroviario. Una
delle questioni più spinose resta quella delle “porte killer” dei treni
che continuano a causare incidenti, spesso con danni alle persone,
qualche volta, purtroppo, addirittura con esiti tragici per i
viaggiatori e ferrovieri. Altro tema rilevante è la situazione degli
ETR, interessati recentemente da inconvenienti potenzialmente molto
gravi, come la perdita del tetto di una locomotiva in velocità al treno
9437 sulla direttissima Roma Firenze il 5 aprile scorso, la vicenda
dell’Eurostar 9427 Milano-Roma spezzatosi in due tronconi la mattina
del 14 luglio pochi minuti prima di entrare in servizio e quella, del
tutto analoga, dell’Eurostar 9452 la sera del 22, subito dopo la fine
del servizio. Fatti che solo per circostanze fortuite non hanno causato
conseguenze ben più gravi. La mattina del 29 luglio, in galleria nei
pressi di Salerno si è spezzato ancora un treno, fortunatamente merci.
Seppur le due parti grazie al “freno continuo” si sono fermate
autonomamente bloccando “solo” la circolazione, senza compromettere la
sicurezza, si è dimostrato che – contrariamente a quanto dichiarato nei
giorni scorsi dall’azienda a seguito degli episodi di Milano – i treni
possono purtroppo spezzarsi anche in marcia in presenza di
sollecitazioni improprie e problemi agli organi di aggancio e/o del
freno. Negli ultimi mesi, abbiamo messo in evidenza e segnalato
all’azienda, a tutti i livelli, dall’amministratore delegato ai
dirigenti territoriali, questi problemi riguardanti gli Etr e relativi
anche a manutenzione, controlli sulla manutenzione e usura. Purtroppo
non abbiamo ancora ricevuto alcuna chiamata dai vertici aziendali, ma
confidiamo che nei prossimi giorni ci spieghino cosa sta succedendo a
questi treni che, utilizzati al massimo del servizio, sono oltremodo
sfruttati e necessiterebbero quindi di un supplemento di attenzione.
L’ultima volta che siamo riusciti a strappare con i denti una riunione
su questi temi con i dirigenti, infatti, è stato per una serie di
incidenti ai motori ed agli organi meccanici dei pendolini 480; ma solo
a seguito dell’iniziativa di autotutela di riduzione di velocità e
dell’intervento dell’Autorità Giudiziaria. Con riferimento agli ETR
spezzati nella stazione di Milano non possiamo accettare che la
responsabilità sia scaricata, come al solito, su un errore umano
dell’ultimo operatore, cioè il macchinista. Essa è della cabina di
comando e di responsabilità poiché gli Etr 500 possiedono comandi
completamente elettronici ed è inaccettabile che, anche in presenza di
un errore di manovra o una disattenzione, possa accadere quello che è
successo: lo affermiamo sulla base della nostra conoscenza diretta del
lavoro sui treni. Noi abbiamo il dovere di vagliare ogni ipotesi anche
quella dell’usura o del deficit di manutenzione o di progettazione. Se
come dichiarato dall’azienda, l’unica causa sarebbe stata la frenatura
d’urgenza comandata dall’apparecchiatura di sicurezza SCMT della
locomotiva di coda si porrebbero inquietanti interrogativi sulla
funzione stessa di queste nuove apparecchiature inserite su treni già
in esercizio senza verificarne preventivamente la compatibilità. C’è
amarezza nella categoria perché si parla tanto di sicurezza sui treni e
sul lavoro, ma abbiamo la sensazione che chi sui treni non ci lavora,
non abbia la percezione della reali condizioni in cui sono. Noi
cerchiamo sempre prima un approccio collaborativo con l’azienda, ma
quando i dirigenti non rispondono alle nostre richieste, siamo
costretti a fare segnalazioni agli Organismi di vigilanza, alle procure
e all’opinione pubblica, come è avvenuto per le ‘porte killer’. In ogni
caso non possiamo tollerare che, invece di prendere in seria
considerazione le segnalazioni dei RLS ed affrontare i problemi, la
risposta aziendale sia elusiva nel merito e minacciosa nel metodo.
Anche tenuto conto dell’incomprensibile rinvio a data da destinarsi
dell’incontro sindacale programmato proprio sul tema dei treni
spezzati. La contestazione disciplinare emessa per le dichiarazioni del
RLS riguardo agli spezzamenti degli ETR a Milano, ha tutto il sapore di
un atto intimidatorio nei confronti di chi si è solo fatto portavoce
del pensiero e delle convinzioni di tutti noi, così pure come quelle
emesse a carico dei ferrovieri che hanno richiesto la riparazione del
“controllo porte chiuse” prima della partenza. Facciamo appello a Voi
affinché possa aprirsi con i RLS, anche in Trenitalia, un dialogo
costruttivo, nel rispetto dei ruoli e nell’interesse della sicurezza
dei lavoratori e degli utenti di un servizio pubblico di interesse
generale quale è il nostro.

8 agosto 2008

Per i Rappresentanti per la Sicurezza dei Lavoratori:

Maurizio Barsella, Filippo Cufari, Fabio Della Lunga, Roberto De
Paolis, Roberto Favretto, Maurizio Giuntini, Domenico Lo Parco, Roberto
Manetti, Marco Mennitti, Agostino Nicoletta, Riccardo Panieri, Giovanni
Papi, Alessandro Pellegatta, Giuseppe Pinto, Roberto Santi.

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