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Santarcangelo di Romagna (Rn) –
Luca è in ospedale, e aspetta. Davide invece è a casa sua, ma anche lui
aspetta. Entrambi pensano alla Grecia, alla città di Kalamata e ad una vacanza
di tre anni fa che si è trasformata in un incubo che ha cambiato la loro vita. È
laggiù, infatti, che nel luglio del 2005 Luca e Davide vennero arrestati dalla
polizia greca perché trovati in possesso di circa 21 grammi di hashish. Sul
loro fascicolo era scritto: traffico internazionale, trasporto e detenzione di
stupefacenti ai fini di spaccio. A nulla valsero le spiegazioni dei due, ai
tempi avevano 22 e 26 anni, che raccontarono di aver portato dall’Italia il
fumo per consumarlo nelle due settimane di vacanza. Luca e Davide tornarono
liberi soltanto dopo tre giorni e grazie al pagamento di una cauzione di 2.500
euro.
Adesso, a tre anni di distanza, su Luca Zanotti e Davide D’Orsi pende un
mandato di arresto europeo e il rischio, drammaticamente reale, di essere
estradati a Kalamata per aspettare in carcere l’esito dei due processi che la
procura generale del capoluogo della regione di Messinia ha intentato contro di
loro. Pesantissime le accuse, assurde le pene previste dalla legislazione greca
che, non facendo alcuna distinzione fra lo spaccio e il consumo per uso
personale, indica per quei reati una detenzione minima di 10 anni. E se per Luca
la Corte di
Cassazione il 21 agosto ha confermato la sentenza con cui la prima sezione
della corte d’appello di Bologna ha acconsentito alla consegna alle autorità
greche, per Davide c’è ancora un filo di speranza. La Suprema Corte,
infatti, si esprimerà a breve sul ricorso della procura felsinea contro il no
all’estradizione espresso dalla III sezione della Corte d’appello del capoluogo
emiliano. Un paradosso, uno dei ragazzi deve essere estradato, l’altro invece
no, che rischia di essere appianato dalla Cassazione.
Eppure, nonostante
questo, i destini di Luca e Davide sono ancora legati come lo erano nel maggio
scorso quando, a pochi giorni di distanza, la polizia giudiziaria ha bussato
alle loro case a Santarcangelo di Romagna e Cesena per notificargli l’arresto.
Poi il trasferimento a Bulugira, l’obbligo di dimora e l’inizio di un tunnel
giudiziario al fondo del quale non si vede ancora la luce.
«Abbiamo attivato
tutti i canali possibili, specialmente quelli diplomatici – spiegava ieri
l’avvocato Carlo Alberto Zaina, legale di Luca Zanotti – È paradossale che
debbano essere portati in carcere in Grecia per presenziare al processo, visto
che in quel paese di fatto è impossibile essere processati in contumacia.
Avessero saputo che il procedimento si era aperto avrebbero potuto tornare a
Kalamata, liberi, per partecipare alle udienze. Ma nessuno li ha mai avvertiti.
Per questo ora vogliono arrestarli fino alla sentenza di primo grado, e solo
allora potranno essere estradati in Italia. Ma quanto tempo ci vorrà perché
finisca un processo che non è ancora iniziato?».
Intanto la solidarietà cresce
intorno ai due ragazzi, e per stasera è stata indetta una manifestazione a Santarcangelo
(vedi immagine allegata).
Fonte: L’Unità, 29/08/08