Anticipazioni dal piano per le carceri di Maroni: mix di fantascienza, big brother e razzismo

Siamo
tutti controllati. Dall’alto e dal basso. Con satelliti, telecamere
e braccialetti. I controlli si spersonalizzano e la sicurezza si
affida a grandi gestori privati in un susseguirsi di leggine e
leggette che copriranno ogni aspetto della vita.


Il braccialetto elettronico in Italia è in sperimentazione dal
2003 a 400 detenuti. Il ministro
dell’Interno Roberto Maroni, a margine del workshop Ambrosetti in
corso a Cernobbio, commenta le anticipazioni
sul piano del governo
per ridurre il numero dei detenuti presenti
nelle carceri italiane: ”stiamo studiando dove ha funzionato il braccialetto e solo
se avrò la garanzia che ci saranno evasioni zero, allora lo
adotteremo”

Ma
già dalle prime sperimentazioni sembra, come è ovvio
intuire senza esser esperti, che il controllo sul detenuto (e il controllo sulle persone in generale, aggiungiamo noi) sia una
faccenda piuttosto complicata ed ad essere un po’ scettici sul buon
funzionamento sono proprio i tecnici. In termini semplici, il
braccialetto trasmette onde radio a bassa frequenza ad una centralina
sistemata in casa, a sua volta collegata via telefono (rete ISDN) con
la sala operativa più vicina di polizia: se la persona dovesse
uscire dal raggio consentito scatterebbe subito l’allarme alla
centrale. I tecnici segnalano problemi sulle linee telefoniche e di
taratura dello strumento, determinata in base al perimetro della casa
della persona. La gestione del sistema verrà
affidata alla polizia. Tranquilli, siamo in mani sicure allora.

Il
braccialetto comunque non rimane l’unica strada per decongestionare
le carceri italiane nell’idea del Governo. ”L’ipotesi di espellere
oltre 3000 detenuti stranieri è la corretta risposta
all’affollamento delle carceri e alla volontà degli italiani
di distinguere nettamente tra immigrati onesti e immigrati dediti
alla delinquenza”, afferma Italo Bocchino (Pdl). Allora perchè
non espellere direttamente le carceri intere, magari delocalizzarle,
anche quelle, così si elimina il problema alla radice?! Siamo
proprio alla frutta.

 

Come è impiegato l’“electroning
monitoring” negli altri paesi

Stati Uniti. È in uso da oltre un
decennio. È beneficiato chi sta agli arresti domiciliari o in
attesa di giudizio e che dimostri di non essere socialmente
pericoloso. Lo hanno usato Mike Tyson, il finanziere Adnan Kashoggi
ed il cosiddetto “dottor morte” Kevorkian fautore estremo
dell’eutanasia.

Gran Bretagna. Dal 28 gennaio 1999 ne
fruiscono i detenuti maggiorenni con condanne inferiore a 4 anni che
vengono rilasciati con due mesi di anticipo, ma con l’obbligo di
portare la cavagliera elettronica, simile come forma e dimensioni ad
un orologio subacqueo.

Germania. Dal maggio 2000 sono in uso i
braccialetti elettronici per detenuti in libertà condizionata.

Olanda. Dal 1995 il sistema è
applicato in casi limitati per i detenuti a rischio, condannati a
pene inferiori ai sei mesi ed a cui ci vuole concedere una certa
libertà in prossimità della scarcerazione.

Belgio. Sono in fase di sperimentazione 50
casi. Riguardano detenuti con pene da scontare da 1 a diciotto mesi.

Francia. Sperimentato dal 1997 il parlamento
francese ha dato il via libera nel febbraio 2000, come alternativa
alla detenzione preventiva ovvero custodia cautelare.

Svezia. In vigore dal 1994. Limitato ai
detenuti con pene inferiori ai due mesi ma è allo studio del
parlamento un progetto per ampliare i termini.

Svizzera. Da alcuni anni è in fase di
utilizzo un sistema di controllo per cinquanta detenuti (44 donne)
non pericolosi o in detenzione preventiva.

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