Filippeschi: la prova vivente che al peggio non c’è mai fine

Serata sconcertante quella di ieri sera al circolo Arci di Putignano per la Festa di Liberazione. Il sindaco Filippeschi invitato da Rifondazione e Sinistra Arcobaleno si è trovato di fronte a molte domande

che ruotavano intorno ai grandi temi delle trasformazioni nella nostra città. Il tutto è iniziato con gli interventi del Comitato contro il rigassificatore, poi Africa Insieme, Rebeldia, Cobas cooperative e infine, dopo gli interventi di Rifondazione, il comitato non bruciamoci Pisa e il comitato “volare sicuri”.

Dopo questi, la parola è passata al banco degli “imputati”. Prima la parola ai vari consiglieri (RC, Sinistra Arcobaleno, Verdi, PdCI) e infine il sindaco.

Gli interventi ruotavano attorno ad alcuni punti chiave, per quanto siano state molte le questione sollevate, anzi potremo dire tutte (o quasi) quelle che interessano la nostra città. Il primo punto riguardava la partecipazione, ovvero la possibilità che all’interno del contesto urbano sia possibile organizzare le trasformazioni in senso partecipato con i cittadini, in modo da non dover subire scelte calate dall’alto, ma anzi cercare di sviluppare in senso collettivo i piani in città a vantaggio del senso di comunità che ormai sembra sparito dietro la caccia al diverso (migrante soprattutto). Un quartiere disegnato, progettato, trasformato dai suoi stessi cittadini: è questa la proposta lanciata dalle associazioni del cartello Rebeldia, per definire in modo democratico e partecipato l’assetto del quartiere Stazione di Pisa. Per questo lanciano una tre giorni il 3-4-5 ottobre a Rebeldia per discutere la prima fase di questo percorso, giornate nelle quali tutti i cittadini saranno invitati a discutere.

Qui si è allacciata Africa Insieme che ha tentato di spiegare come a Pisa la situazione non sia così drammatica, in merito al numero di migranti presenti, come la stampa continua a scrivere, in più una critica all’approccio che il sindaco ha usato nei confronti del problema sicurezza, tradotto appunto nella politica delle ordinanze e dell’intensificazione della repressione e del controllo sociale, chiaramente soprattutto contro i soggetti più deboli, identificati come extracomunitari. Ci si spiega dunque come mai, durante l’estate, l’Italia è stata presa di mira dalla stampa europea: L’Italia delle “ordinanze fantasiose” ridicole quanto nocive.

Si arriva fino all’intervento del comitato Non Bruciamoci Pisa che ha posto al sindaco domande chiare che necessitavano di risposte chiare, ma purtroppo non sono arrivate. Innanzitutto la responsabilità della nostra Amministrazione comunale che con la sua inerzia sul fronte della raccolta differenziata, rischia di incorrere in un aggravio del 20% sui costi di smaltimento, se al 31 dicembre 2008 non avra raggiunto il minimo del 45% di raccolta differenziata. Chi pagherà nel caso, praticamente certo, si incorra nel’aggravio? I cittadini, è chiaro. Poi il comitato ha cercato di ribadire l’importanza dell’abbandono della scelta dell’incenerimento per il problema rifiuti, ma su questo punto il Sindaco si è dimostrato più sordo che mai.

Intervengono i Cobas cooperative, anzi interviene proprio una persona impiegata per i servizi del comune, esternalizzati e affidati ad una cooperativa. Denuncia il disagio vissuto in una situazione di precarietà dilagante, dove ogni anno c’è il rischio di non vedersi rinnovare i contratti oppure di avere un calo sul monte ore che andrebbe a rosicare ulteriormente i salari da fame che vengono elargiti dalle coop per conto del comune. La situazione di doppia sudditanza sia da parte dell’istituzione che del committente è delle più deleterie, inutili le richieste fatte già in passato sul motto "uguali mansioni, uguali salari e diritti" gli esternalizzati rimangono precari di serie C e il sindaco si appellerà ancora una volta alla mancanza di fondi. Guarda caso sempre sui soliti soggetti ricadono i tagli.

Dopo, l’intervento del circolo di Rifondazione di Pisa centro, lanciato in un’analisi politica sull’operato del sindaco, pronto a rincorrere la destra sul proprio terreno, oppure a prendersi carico di ordinanze, oscene, proposte dal prefetto (con la morte dunque del primato della politica). Su questo la rassicurazione del sindaco non ha tardato, ha chiarito che l’ordinanza anti-alcolici (che ha dimostrato goffamento di non conoscere nemmeno, visto che parlava solo dell’ impossibilità di usare il vetro) in realtà era stata chiesta comunque dall’amministrazione (consigliata al prefetto) prendendosi i “complimenti” del pubblico sempre più incredulo di fronte a tanta stupidità.
Ultimo intervento in platea ha coinvolto il comitato "volare sicuri", un rappresentante dei cittadini che abitano nella zona dell’aereoporto preoccupato per la continua espansione dello stesso, che porta rumori e disagi, ha riportato uno studio Arpat che parla di un livello di inquinamento acustico inaccettabile in alcune strade adiacenti il Galilei.

Gli interventi al banco dei relatori sono stati in alcuni casi più brevi e hanno toccato temi molto specifici.
Tratto comune rispetto ai precedenti, sempre la questione sulla partecipazione alle scelte, con un quesito ben preciso: adesso che le circoscrizioni sono state abolite, grazie ad un decreto legato all’ultima finanziaria votato anche dal nostro attuale sindaco, ex parlamentare, quali saranno i nuovi strumenti che fungeranno da cinghia di trasmissione tra palazzo e piazza? Buio in sala… Filippeschi dice che fosse per lui si dovrebbero ri-istituire le circoscrizioni, anche se lui è uno di quelli che ha votato per eliminarle e non può far niente per istituirle di nuovo.

Scaramuzzino (Sinistra arcobaleno) si lancia nell’intervento forse più lungo tra i consiglieri presenti, sicuramente quello che ha toccato più questioni. Ad esempio, lanciando una provocazione, ha detto che sul lungomare, precisamente a Tirrenia, il problema degli abusivi è quanto mai fuori luogo visto che in quel posto l’unica cosa carina da vedere sono proprio i mercati improvvisati degli abusivi, perché a parte quelli c’è ben poco altro da vedere.
Continuano le critiche anche rispetto agli attacchi continui alla “movida pisana” colpevole di bere birre sulle spallette o in piazza, cosa che succede da secoli, perlomeno da quando esiste la birra e l’università, senza che questo sia mai stato un problema.
Ma il problema è forse la socializzazione libera? Dove dovrebbero andare i giovani in questa città per socializzare e svagarsi, dovrebbero chiudersi in casa? questa la risposta, forse perché i 30.000 studenti fuori sede non possono votare e quindi il sindaco non deve rincorrerli come fa con l’elettorato di destra? Non c’è tempo per questa domanda e tutti i possibili interventi erano già preventivati.
Viene toccata anche la questione relativa ai lavoratori in mobilità per via della delocalizzazione (fuga da Pisa) delle industrie farmaceutiche come la Biogen.

Arriva finalmente il turno del Sindaco che con tutte queste questioni sollevate non ha che l’imbarazzo della scelta…

Filippeschi ha dimostrato il suo vero essere, cioè un politicante da quattro soldi che rincorre i vecchi motti della destra per cavalcare l’ondata di insicurezza che ha colpito il ventre molle del "popolino", ondata  ben cavalcata con ordinanze volte ad aumentare la percezione di un male invisibile, se non altro paragonato ad altri mali, come la continua cementificazione di alcune aree ad opera di costruttori entrati nelle grazie di Filippeschi e della sua giunta, per fare giusto un nome, uscito molte volte ieri sera: Bulgarella.

Gli animi di alcuni dei presenti si sono surriscaldati soprattutto quando si è parlato del rigassificatore off shore, che secondo il nostro sindaco è sicuro (più della zona della stazione..), basta chiederlo a chi ci sta lavorando e quindi ci ha investito denaro (ma davvero?). Oppure quando si è parlato delle ordinanze e qualcuno in maniera animata non ha accettato ne il lapsus che gli ha portato a dire che bisogna pensare ai cittadini e, sembrava intendere che tutti gli extracomunitari cittadini non sono, o quando qualcuno gli ha fatto notare che giusto ieri sul Tirreno lui plaudeva all’arresto con seguente "deportazione" di sei senegalesi colpevoli di commercio abusivo. Come ci ha spiegato il sindaco in un’elucubrazione sociologica i seneglaesi ormai spacciano per conto delle grandi mafie (e lui lo sa, c’è da crederci.) riprendendo tra l’altro lo stesso tema usato in un’intervento della Paoletti (PDL) su La Nazione.

Gli animi non si sono calmati nemmeno quando ha parlato dei rifiuti, o meglio dei termovalozzatori come mezzo per risovere il problema rifiuti e, quando qualcuno gli ha fatto notare che nello smaltimento il termovalorizzatore dovrebbe essere l’ultimo punto della filiera, lui ha risposto ingenuamente che parla di incenerimento perchè gli altri sistemi precedenti li da per scontato (una trovata comica…visto i livelli di differenziata a Pisa c’è poco da dare per scontato).

Comunque: Rebeldia se ne deve andare, il rigassificatore si farà, i rifiuti si bruciano nei termovalorizzatori e le ordinanze servono per riuscire a rimanere sulla poltrona visto che tutti chiedono sicurezza soprattutto nei quartieri come Putignano, dove però guarda caso l’unico intervento sulla stampa contro i Rom, a suo tempo aveva visto protagonista la presidentessa del circolo PD di Putignano (Sbrana). Per i precari impiegati nelle coop. i soldi non ci sono e non ci saranno.

Diciamo che Filippeschi sicuramente ieri sera non voleva fare breccia, anzi, probabilmente è sicuro che il suo consenso si basa sull’elettorato forte, quello che ama prendersela con i Rom e gli abusivi, contro gli ultimi della scala sociale, contro cui ci si può sfogare prendendoli a calci in culo (mi scusi il termine il nostro beneamato Sindaco) tanto non avranno mai la forza né i mezzi per rispondere. Noi che siamo la minoranza possiamo solo scomparire, sarà sempre peggio, e il nostro sindaco è proprio la prova che al peggio non c’è mai fine.

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