Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini è contraria all’idea che un clandestino possa iscrivere il proprio figlio a scuola. “È un torto – ha spiegato il ministro in un’intervista rilasciata al ’Magazine’ del Corriere della sera ieri in edicola – soprattutto nei confronti degli immigrati regolari pensare che i clandestini possano godere degli stessi diritti di tutti. Non ci possono essere due pesi e due misure. Credo che la maggior parte degli italiani la pensi come me". E le reazioni non mancano. Sono insorti persino quelli dell’opposizione ombra (in quanto inconsistenti), secondo cui "il blocco delle iscrizioni a scuola per i figli dei clandestini è una barbarie: si violano i principi fondamentali dei diritti dei bambini, che davvero non c’entrano alcunché con la posizione dei loro genitori nei confronti dello Stato". Per il ministro ombra delle Pari Opportunità del Pd "questa proposta della ministra Gelmini è la ciliegina sulla torta, una concessione alla Lega e alla parte più retriva della destra, una disposizione che creerà segregazione, emarginazione e illegalità. E’ un altro tassello al mosaico dell’autoritarismo e della restaurazione che questo governo sta delineando per la scuola". Secondo Franco, "Gelmini in questo sta dimostrando di poter superare anche Moratti, che credevamo potesse vantare il primato dell’indebolimento della scuola pubblica". E proprio Letizia Moratti, a Milano, lo scorso anno, insieme al suo assessore comunale alla Scuola, Mariolina Moioli, aveva tentato di mettere un blocco alle iscrizioni dei figli degli immigrati irregolari alle scuole materne gestite dal Comune. Ne era scaturita una battaglia con il ministero dell’Istruzione che aveva portato alla diffida nei confronti del Comune (con il rischio di un blocco dei fondi statali), costretto poi a fare dietro-front. (Fonte: ADUC)
Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito alla debacle dello stato di "diritto", in cui le prerogative costituzionali sono state distorte e rese puro folklore da cerimonia. I minori sono minori a prescindere da razza, religione, sesso, cultura e provenienza ed in quanto tali devono essere tutelati. Non la pensa così il Governo postfascista in carica e non la pensava così il governo pidemocristiano che lo ha preceduto che non è riuscito ad andare oltre alle belle parole della campagna elettorale. Rimane il fatto che il Bel paese è in crisi. E lo si vede dal fatto che invece di far cadere speculatori, evasori, massoni e fascisti in doppio petto se la prendono con migranti, Rom, lavoratori e lavoratrici.
Complimenti, la democrazia dei ricchi è compiuta.