Parà e check point “anti-camorra”: controllo e repressione sovrani nel casertano

CASAL DI PRINCIPE – La prima pattuglia con i militari dell’Esercito che per i prossimi mesi saranno impegnati, dopo la strage di Castel Volturno, nei controlli anti camorra della fascia domiziana e dei comuni dell’agro aversano ha varcato i cancelli della scuola sottufficiali dell’Aeronautica militare di Caserta poco dopo le 5,30. Giacca da combattimento, pistola nella fondina, arma lunga in dotazione, a bordo dei ‘VM’, gli stessi mezzi utilizzati per le missioni all’estero, i soldati hanno raggiunto Castel Volturno e Casal di Principe dove, al fianco di polizia e carabinieri, sono stati istituiti i primi posti blocco.

 
Controlli serrati all’ingresso della città, considerata roccaforte del clan dei casalesi. Controlli ma anche arresti: il primo è stato messo a segno a Pineta Mare, località del comune di Castel Volturno. A finire in manette un nigeriano che stava tentando di dar fuoco ad un negozio di alimentari gestito da un suo connazionale. I militari hanno fermato le auto, controllato i documenti, ispezionato i portabagagli delle vetture. I 500 parà saranno impiegati per istituire posti di blocco, controllare chi è
agli arresti domiciliari, presidiare esercizi commerciali a rischio,
ricercare armi. La decisione della modalità di impiego dei militari è
stata presa durante il vertice tenutosi in Prefettura: l’annuncio è
stato dato dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. L’impiego
dei militari è stato annunciato dopo la firma del decreto da parte del
ministero dell’Interno, d’intesa con il ministero della Difesa.

Gli
uomini potranno essere impiegati anche in zone limitrofe alla provincia
di Caserta. Quanto ai check point, saranno presenti non meno di due
agenti di polizia e non meno di sei militari. I posti di blocco, come ha spiegato più tardi, parlando con i giornalisti, il colonnello Aldo Zizzo, comandante il 186/o reggimento paracadutisti di stanza a Siena, non sono fissi. Dai trenta ai quaranta minuti di presenza lungo un’arteria. Poi si cambia localizzazione, proprio per giocare sempre sull’effetto sorpresa e per rendere i controlli più efficaci. Ma non solo: i militari, sulla base delle disposizioni che verranno di volta in volta impartite dalla prefettura di Caserta, potranno presidiare anche "obiettivi sensibili" ed esercizi commerciali e concorrere al controllo di detenuti agli arresti domiciliari. Tra i 500 uomini della Folgore giunti nel casertano tantissimi sono quelli che hanno alle spalle una lunga esperienza di servizio, che hanno compiuto anche missioni all’estero.
 
"Stiamo qui per controllare il territorio insieme alle altre forze dell’ordine. Non si può fare alcun paragone con altre esperienze operative condotte fuori area. Noi qui siamo a casa nostra", ha precisato il colonnello Zizzo che nella mattina di oggi ha voluto verificare l’avvio dei primi posti di blocco nel casertano, come quello di Baia Verde, dove la sera del 18 settembre scorso i sicari del clan dei casalesi fecero fuoco contro il titolare di una sala giochi. I mezzi dell’Esercito passano anche dinanzi alla sartoria di via Domiziana dove, sempre il 18 settembre, furono uccisi sei migranti africani. Soddisfatto tra gli altri il sindaco di Castel Volturno, Francesco Nuzzo: "E’una risposta concreta da parte dello Stato. Ma quelli di Castel Volturno non sono solo problemi di polizia". Nuzzo è però preoccupato: "Qui si registrano troppe emergenze. Siamo una polveriera sociale che può scoppiare da un momento all’altro".
 
fonte: Ansa
 
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