17 Ottobre: cortei a Milano e Roma contro Governo, Confindustria e Confederali

Le Organizzazioni sindacali Confederazione Cobas, CUB, SdL Intercategoriale proclamano lo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata del 17 ottobre.  Due saranno le manifestazioni di protesta contro la politica del Governo, Confindustria e i sindacati confederali.
 
A Milano la manifestazione partirà alle ore 10,00 da L.go Cairoli si concluderà in P.zza Duomo dove si terranno i comizi conclusivi, a Roma il corteo partirà alle ore 10.00 snodandosi da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni. Il sindacalismo di base si prepara a scendere in piazza, per rivendicare forti aumenti generalizzati dei salari e delle pensioni, difesa e potenziamento dei servizi pubblici, dei beni comuni, del diritto a prestazioni sanitarie, del diritto alla casa e all’istruzione.
 
Oggi è necessario, secondo le tre organizzazioni, sostenere con la lotta obbiettivi di contrasto alle politiche economiche liberiste e per respingere la proposta di Confindustria di “riforma del modello contrattuale” perché sancisce lo svuotamento del Contratto Nazionale, già in parte realizzato negli ultimi anni. Anni in cui sono stati sferrati numerosi attacchi alle lavoratrici e ai lavoratori, che hanno visto svanire i propri diritti a causa delle numerose leggi (Treu , 30, ecc.) che come fine ultimo avevano aumentare la precarietà lavorativa e sociale. Venerdì in piazza a sostegno della sicurezza nei luoghi di lavoro e sanzioni penali per chi provoca infortuni gravi o mortali, per restituire ai lavoratori il diritto di decidere (no alla pretesa padronale di scegliere le organizzazioni con cui trattare – pari diritti per tutte le organizzazioni dei lavoratori), per la difesa del diritto di sciopero. Per fermare il razzismo, si legge nella piattaforma, che, oltre a negare diritti uguali e la dignità delle persone, scarica sui migranti la responsabilità dei principali problemi sociali.
 
Potere finanziario ed economico hanno, da anni, scatenato una “guerra” per imporre a lavoratori e ceti popolari bassi salari, precarietà e peggioramento dei diritti sociali. L’azione dei governi e delle organizzazioni confederali ha assecondato questa politica deregolamentando il mercato del lavoro e smantellando il lo stato sociale. Risultato di queste scelte scellerate è stato il dilagare della precarietà, tagli al personale della scuola e della sanità, il tentativo di smantellare definitivamente la pubblica amministrazione, maggiore insicurezza sui luoghi di lavoro, maggiore sfruttamento dei lavoratori migranti e razzismo diffuso. Migranti costretti a qualsiasi forma di mansione, con un bassissimo reddito e sempre più ricattati per il rinnovo del permesso di soggiorno, e sono in crescita gli irregolari sfruttati e ridotti in schiavitù solo perché nel loro percorso migratorio speravano in un futuro migliore.
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