Decreto «salvabanche», ecco svelato chi paga il conto

Quando il governo italiano ha deciso di varare un decreto per adottare misure urgenti rivolte a garantire la stabilità del sistema creditizio e la continuità nell’erogazione del credito alle imprese ed ai consumatori, in tanti ci siamo chiesti chi avrebbe pagato il conto di questa grave crisi dei mercati finanziari.
 
L’arcano è stato svelato dal decreto legge del 9/10 n. 155 che nell’articolo 1, comma 7, punto A che rivela che a pagare la crisi saranno anche le associazioni di volontariato e i loro soci, e la ricerca.
Non vogliamo entrare nel merito della natura e della gravità della crisi, né delle ragioni che impongono al governo di intervenire per fare la sua parte rispetto alla stabilità del sistema creditizio. Quello che ci colpisce è invece la logica che si manifesta con questo provvedimento.
 
Ad essere coinvolti e penalizzati non sono gli speculatori, i delinquenti dell’alta finanza che si arricchiranno senza scrupoli e non vengono processati e condannati espropriandogli il loro maltolto.
Non sono i manager che distruggono imprese e mandano sul lastrico migliaia di famiglie e di risparmiatori che vengono perseguiti. No! Si penalizzano lavoratori, famiglie, risparmiatori, si ricorre a ridurre le risorse alla ricerca, all’università ed al 5×1000 che rappresenta una delle poche risorse a disposizione dei cittadini per aiutare chi aiuta concretamente.
 
Del resto, nella mente di chi governa esiste un chiaro disegno che è quello di ridurre al minimo lo stato sociale, a partire dalla cancellazione delle prestazioni specialistiche dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria; dalla privatizzazione dei servizi, alla riduzione del ruolo dell’università e della ricerca; colpire le associazioni del volontariato che operano in modo solidale in tutto il territorio nazionale.
Sono scelte di cui ci si dovrebbe davvero vergognare.
 
Michele Mangano – Presidente nazionale Auser
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