Il fascista Gelli parla in TV ma non davanti all’antimafia. Nel silenzio generale.

L’Italia ha la memoria corta. Solo così si può spiegare il riemegere di figure losche in un momento così delicato. Berlusconi al Governo, fascisti a provocare ed ora anche Licio Gelli. Non si parla più del passato torbido del sedicente fascista, ma lo si fa esprimere in prima serata. Un uomo potente che può permettersi il lusso di non rispondere a dei giudici antimafia. I Pm della Procura di Palermo, infatti, hanno interrogato
Licio Gelli nell’ambito dell’inchiesta su mafia e massoneria. L’ex maestro
venerabile della loggia P2 si è avvalso della facoltà di non rispondere. Gelli,
infatti, è stato sentito come "indagato di reato connesso
archiviato".

Negli anni scorsi era stato coinvolto nell’indagine "Sistemi
criminali" in cui era indagato per "eversione sovversiva dello Stato
e associazione mafiosa". La
Procura ha ritenuto di sentire Gelli perché sarebbe stato in
contatto con alcuni indagati dell’inchiesta che nel giugno scorso ha portato
all’arresto di imprenditori, massoni e boss che avrebbero "ritardato"
processi in Cassazione.
All’interrogatorio, che si è svolto nella caserma dei carabinieri di Arezzo,
hanno preso parte il procuratore aggiunto Roberto Scarpinato e i sostituti
Fernando Asaro e Paolo Guido.

PS: Il maestro venerabile dice che con Berlusconi ha vinto la P2. L’unico che lo dice è Di Pietro. Questo è un problema.

 

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