comrade, was murdered in cold blood, with a bullet in the chest by a cop in
the area of Exarchia.
Contrary to the statements of politicians and journalists who are
accomplices to the murder, this was not an "isolated incident", but an
explosion of the state repression which systematically and in an organised
manner targets those who resist, those who revolt, the anarchists and
antiauthoritarians.
the role of repressive mechanisms, their continuous armament, the increasing
levels of violence they use, with the doctrine of "zero tolerance", with the
slandering media propaganda that criminalises those who are fighting against
authority.
It is these conditions that prepare the ground for the intensification of
repression, attempting to extract social consent beforehand, and arming the
weapons of state murderers in uniform!
Lethal violence against the people in the social and class struggle is
aiming at everybody’s submission, serving as exemplary punishment, meant to
spread fear.
It is part of the wider attack of the state and the bosses against the
entire society, in order to impose more rigid conditions of exploitation and
oppression, to consolidate control and repression.
universities to the dungeons of waged slavery with the hundreds of dead
workers in the so-called "working accidents" and the poverty embracing large
numbers of the population… From the minefields in the borders, the pogroms
and the murders of immigrants and refugees to the numerous "suicides" in
prisons and police stations… from the "accindental shootings" in police
blockades to violent repression of local resistances, Democracy is showing
its teeth!
> the first moment after the murder of Alexandros, spontaneous
demonstrations and ririots burst in the center of Athens, the Polytechnic, the
Economic and the Law Schools are being occupied and attacks against state
and capitalist targets take place in many different neighborhoods and in the
city centre. Demonstrations, attacks and clashes erupt in Thessaloniki,
Patras, Volos, Chania and Heraklion in Crete, in Giannena, Komotini and many
more cities.
Economic School- clashes last all night. Outside the Polytechnic the riot
police make use of plastic bullets.
On Sunday the 7th December, thousands of people demonstrate towards the
police headquarters in Athens, attacking the riot police. Clashes of
unprecedented tension spread in the streets of the city centre, lasting
until late at night. Many demonstrators are injured and a number of them are
arrested.
We continue the occupation of the Polytechnic School which started on
Saturday night, creating a space for all people who fighting to gather, and
one more permanent focus of resistance in the city.
assemblies we keep alive the memory of Alexandros, but also the memory of
Michalis Kaltezas and of all the comrades who were murdered by the state,
strengthening the struggle for a world without masters and slaves, without
police, armies, prisons and borders.
The bullets of the murderers in uniform, the arrests and beatings of
demonstrators, the chemical gas war launched by the police forces, not only
cannot manage to impose fear and silence, but they become for the people the
reason to raise against state terrorism the cries of the struggle for
freedom, to abandon fear and to meet –more and more every day- in the
streets of revolt. To let the rage overflow and drown them!
IMMEDIATE RELEASE OF ALL THE ARRESTED IN THE EVENTS OF SATURDAY AND SUNDAY
(7-8 DECEMBER).
demonstrating and clashing with the state murderers all over the country.
LO STATO UCCIDE!
Sabato 6 Dicembre 2008, Alexandros Grigoropoulos, un compagno 15enne, è stato ucciso a sangue freddo con un proiettole nel petto da un agente nella zona di Exarchia. Contrariamente alle affremazioni dei poliziotti e dei giornalisti, complici del delitto, questo non è stato un “incidente isolato”, ma un’esplosione dello Stato di repressione che sistematicamente e in maniera organizzata colpisce coloro che resistono, coloro che si ribellano, gli anarchici e gli antiautoritari.
Questo è il picco del terrorismo di Stato, espresso con la promozione del ruolo dei meccanismi repressivi, il loro continuo armamento, il crescente livello di violenza utilizzato, con la dottrina della “tolleranza zero”, con la viscida propaganda dei media che criminalizza coloro che stanno lottando contro l’autorità.
Sono queste condizioni a preparare il terreno per l’intensificazione della repressione, nel tentativo di guadagnare in anticipo il consenso popolare e rifornendo di armi lo Stato assassino in uniforme!
La violenza letale contro le persone nella lotta sociale e di classe è volta alla sottomissione di tutti, serve da punizione esemplare, significa la diffusione della paura. E’ parte del più ampio attacco di Stato e padroni contro l’intera società, al fine di imporre più rigide condizioni di sfruttamento e oppressione, per consolidare il controllo e la repressione. Dalla scuola alle università, fino alle segrete prigioni della schiavitù con i centinaia di lavoratori morti nei cosiddetti “incidenti sul lavoro” e la povertà che abbraccia una larga fascia della popolazione… Dai campi minati ai confini, i pogrom e gli omicidi di migranti e rifugiati ai numerosi “suicidi” nelle carceri e nelle stazioni di polizia… dagli “spari accidentali” nei posti di blocco della polizia alla violenta repressione delle resistenze locali, la Democrazia sta mostrandi i suoi denti!
In un primo momento dopo l’uccisione di Alexandros, manifestazioni spontanee e riots sono esplsi nel centro di Atene, il Politecnico, le Facoltà di Economia e Diritto sono state occupate e attacchi contro i simboli di Stato e Capitalismos hanno avuto luogo in molti quartieri periferici e nel centro città. Manifestazioni, attacchi e scontri sono scoppiati in Tessalonica, a Patrasso, Volos, Chania e Heraklion (Crete), a Giannena, Komotini e molte altre città. Ad Atene, in Patission Street – fuori dal Politecnico e dalla Facoltà di Economia – gli scontri sono continuati tutta la notte. Fuori dal Politecnico la polizia ha fatto uso di proiettili di plastica
Sabato 7 Dicembre, centinaia di persone hanno manifestato verso il quartier generale della polizia ad Atene, attaccando la polizia. Scontri di tensione mai vista si sono diffusi nelle strade del centro città, durati fino a notte fonda. Molti manifestanti sono feriti ed alcuni sono stati arrestati.
Noi continuiamo l’occupazione del Politecnico, cominciata sabato notte, creando uno spazio per tutte le persone che lottano e un altro focus permanente della resistenza in città.
Nelle barricate, nelle occupazioni delle università, nelle manifestazioni e nel le assemblee noi terremo viva la memoria di Alexandros, ma anche la memoria di Michalis Kaltezas e di tutti i compagni uccisi dallo Stato, che hanno dato forza alla lotta per un mondo senza padroni né schiavi, senza polizia, armi, prigioni e confini.
I proiettili degli assassini in uniforme, l’arresto e le manganellate ai manifestanti, i gas chimici lanciati dalle forze di polizia, non solo non riusciranno a imporci paura e silenzio, ma diverranno la ragione per sollevarci contro il terrorismo di Stato, il grido della lotta per la libertà, per abbandonare la paura e incontrarci – ogni giorno sempre più – nelle strade della rivolta.
Affinché la rabbia li inondi e li affoghi!
IL TERRORISMO DI STATO NON PASSERA’!
PER L’IMMEDIATO RILASCIO DI TUTTI GLI ARRESTATI NEGLI EVENTI DI SABATO 7 E DOMENICA 8 DICEMBRE
Esprimiamo la nostra solidarietà a tutti coloro che stanno occupando le università, manifestando e scontrandosi con gli omicidi di Stato in tutto il mondo.
L’occupazione del Politecnico – Atene