Lampedusa, rivolta contro Maroni. Isola bloccata, allarme dell’Onu

Lampedusa scende in piazza contro il nuovo centro di prima accoglienza per stranieri deciso dal ministro Maroni. Guidati dal sindaco, quattromila su poco meno di seimila abitanti, hanno alzato cartelli di protesta, bloccato le strade e rimandato indietro un pullman carico di extracomunitari destinati al rimpatrio. "Non vogliamo che Lampedusa si trasforni in una nuova Alcatrax", gridano i manifestanti.

I negozi sono chiusi, l’isola è in stato di assedio occupata da centinaia di poliziotti in assetto antisommossa. Il prefetto Mario Morcone, capo dipartimento per l’immigrazione inviato dal Viminale a Lampedusa, è stato contestato vivacemente dagli isolani, che hanno impedito il trasferimento di centinaia di clandestini dal vecchio centro al nuovo Cpt che dovrebbe sorgere nell’ex base Loran della Nato.

"Vogliono militarizzarci, quest’isola vive di turismo che è il nostro pane quotidiano ed il ministro Maroni non può permettersi di distruggere anni ed anni di fatiche" protestano i lampedusani, che non risparmiano critiche al vicesindaco Angela Maraventano, senatrice della Lega, sollevata dalla delega all’immigrazione dopo le parole spese a favore del nuovo Cpt. Sulla facciata del comune è comparso ieri un grande lenzuolo con su scritto: "Cosa dirai ai tuoi figli, Senatrice "venduta"?"

Lo sciopero generale proclamato dal consiglio comunale ha richiamato l’attenzione anche dell’Onu "preoccupata per il sopraffollamento nel Cpt", da giorni al collasso con 2.000 migranti contro gli 800 per cui è stato costruito. "Oggi – spiega Laura Boldrini, portavoce in Italia dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati – ci sono stati tre trasferimenti, di circa 250 richiedenti asilo, verso il centro di Bari. Questo rappresenta certamente un fatto positivo, che diventa tuttavia difficile da valutare in un contesto così confuso".

(fonte – Repubblica.it)

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