APPELLO A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE SFOLLATE DAL CAMPO DELLE BOCCHETTE

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Pubblichiamo l’appello: A Pisa, come in molte altre città d’Italia, sono in molti a vivere in condizioni di precarietà e spesso di pericolo nei cosiddetti “campi abusivi”. Si tratta, come ormai quasi tutti sanno, di accampamenti di fortuna, costituiti spesso da povere baracche, in cui migranti di diverse nazionalità fanno fronte come possono al problema dell’abitare. Contrariamente a ciò che spesso si sente dire, sono persone che aspirano ad una vita dignitosa e si danno da fare per garantirla a sé e ai propri figli: molti di loro lavorano nel nostro territorio e mandano i propri bambini a scuola, nonostante le enormi difficoltà imposte dalla vita nelle baracche.
Circa un mese fa a Pisa è stata approvata un’ordinanza, elaborata dalla Giunta comunale d’intesa con la Prefettura e la Società della Salute, volta a sgomberare i campi abusivi sul territorio pisano al fine di eliminare una situazione definita di “degrado” sia per gli abitanti dei campi che per tutti i cittadini. In una situazione di stallo, ci ha pensato la pioggia a smuovere la situazione: l’allagamento del campo delle Bocchette, solo l’ultimo e più grave di una lunga serie durante questo inverno piovoso, ha creato una vera e propria emergenza umanitaria e ha reso disumane le condizioni di vita all’interno del campo.
Il 7 Febbraio le circa 15 famiglie sfollate (in totale una cinquantina di persone tra cui circa trenta bambini), dopo che il Comune di Pisa e la Società della salute non sono state in grado di fornire una soluzione all’emergenza, hanno occupato un ex-asilo in via Puccini a Ghezzano, vuoto da qualche anno. Immediatamente sono stati attivati i contatti con il Comune che, tramite l’assessore alle Politiche sociali e in accordo con la Prefettura, ha concesso l’utilizzo della struttura per il periodo dell’emergenza. Ma finita la pioggia dove andranno queste famiglie? Nessuno di loro pensa di poter rimanere a vivere nell’ex-asilo all’interno del quale le quindici famiglie non vivono certo comodamente. D’altra parte nessuno ha intenzione di tornare a vivere in una situazione che, anche senza piogge torrenziali, è caratterizzata dall’assenza delle più elementari condizioni di vivibilità: mancanza di luce, di acqua corrente, condizioni igieniche disastrose. Inoltre l’ordinanza emanata impedisce a queste persone di tornare a vivere nel campo anche da un punto di vista legale.
Quanto accaduto mostra chiaramente tutta la problematicità di una situazione che non può essere affrontata in modo semplicistico. I rischi, le sofferenze, le privazioni legate alla vita nei campi sono evidenti per chiunque, e lo sono prima di tutto per chi nei campi ci vive. Ciò significa che qualsiasi tipo di intervento volto a combattere questo fenomeno non può limitarsi a colpirne la manifestazione esteriore, ma deve affrontarne le cause, ponendosi il problema di offrire un’alternativa. Ci auguriamo perciò che sia scongiurato qualsiasi tipo di scelta che costringa chi si trova nell’ex-asilo a finire in mezzo alla strada e chiediamo alle istituzioni, ai Comuni di Pisa, di San Giuliano e di tutta la provincia, alla Società della Salute, alle associazioni e alle cooperative che operano nel sociale di impegnarsi ad affrontare questa situazione garantendo alle famiglie fuggite dal campo delle Bocchette la possibilità di non dovervi fare ritorno, ma di poter intraprendere un percorso di integrazione che le porti ad acquisire un diritto fondamentale: quello alla casa.
Le famiglie sfollate

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