Tragedia al termine dell’incontro Genoa – Fiorentina: un tifoso genoano è rimasto gravemente ferito, dopo essere stato investito dal pullman della squadra viola all’uscita dello stadio Luigi Ferraris.
Il 36enne, Gabriele Amato, residente a Campomorone, nell’entroterra del capoluogo ligure, è ricoverato nel reparto rianimazione dell’ospedale San Martino. L’autobus è stato bloccato nell’area di servizio di Sestri Levante dalla PolStrada e il conducente è stato trattenuto per accertamenti.
L’autobus si è fermato solo quando la stradale si è messa in contatto telefonico con i dirigenti viola, che hanno fatto fermare il mezzo nell’autogrill di Sestri Levante. L’autista è stato interrogato dalla Polizia e sottoposto a test alcolemico che ha dato esito negativo. Nessun provvedimento per i giocatori, che sono ripartiti su un nuovo mezzo visto che quello su cui viaggiavano è stato posto sotto sequestro. "Spesso come accade fuori dagli stadi – ha spiegato un accompagnatore della società viola – la polizia ci scorta fino all’autostrada per evitare le code e gli assembramenti. A Genova per via del rocambolesco pareggio c’era molta gente fuori dello stadio Ferraris e l’uscita non è stata delle più agevoli".
Sono discordanti le testimonianze sulla dinamica dell’incidente. Secondo un funzionario della Polizia Municipale presente allo stadio il tifoso rossoblu sarebbe scivolato sotto il bus mentre prendeva a pugni la fiancata, rimanendo schiacciato dalle ruote anteriori. Secondo le immagini delle telecamere di sicurezza, invece, Amato sarebbe finito sotto una delle ruote posteriori. Alcuni clienti di un bar davanti allo stadio avrebbero dato un’altra versione: "Abbiamo visto un uomo saltare davanti al pullman – raccontano – e poi scivolare sotto il mezzo. L’autista si è alzato dal posto di guida, ha guardato davanti a sè e poi si è nuovamente seduto ed è ripartito, investendo il tifoso".
In tarda serata è arrivata anche la reazione della società viola, che in comunicato "esprime profondo rammarico per quanto successo questo pomeriggio a Genova. Si è trattato di una drammatica fatalità che comunque ha messo in pericolo una vita umana. La Fiorentina è vicina alla persona colpita e alla sua famiglia e si augura che l’evoluzione clinica si stabilizzi prima possibile. La società viola inoltre è in stretto contatto con la società Genoa Cfc 1893 per seguire l’evolversi della situazione minuto dopo minuto".
Ma che sport è questo. Ancora una volta un giovane rischia la vita per una partita di calcio. Lo sport nazionale, quello dei milioni, di Beckham e Ibra, di Moratti e di Berlusconi, è schiavo dei propri problemi. E’ schiavo della PayTV, è schiavo delle proprie paure. In Italia sempre meno gente va allo stadio, i biglietti costano troppo, e come unica risposta delle istituzioni vengono chiusi i cancelli, si manda la celere a "calmare" gli animi, si criminalizza senza spiegare, senza capire. Dopo Raciti, dopo Sandri sembrava si dovessero muovere perfino i servizi segreti, ed invece, alla fine, siamo ancora qui a parlare di violenza.
Chi pensa di poter risolvere i problemi con la repressione ha perso di nuovo. Rimane un fatto: morire per un pallone è inacettabile.