La Provincia di Pisa svende il patrimonio: Sede centrale e Centro Maccarrone in primis

Si apre la procedura di vendita dell’attuale patrimonio immobiliare della Provincia di Pisa, nell’ambito del percorso di reperimento delle risorse per la realizzazione della nuova sede dell’amministrazione, a Cisanello, nei terreni di fronte al centro commerciale Pisanova.

La Provincia ha formalizzato nel dettaglio gli edifici che saranno messi sul mercato e che saranno presentati alle forze imprenditoriali della città e del territorio in occasione di un incontro specificamente organizzato, in programma lunedì 2 marzo prossimo, alle 17.30, a Palazzo Giuli. Gli edifici sono: a Pisa la sede centrale di piazza Vittorio Emanuele, alcuni piani di quella distaccata di via Nenni, il Centro Maccarrone in via Pellico, e a Pontedera gli edifici che ospitano l’Ipsia Pacinotti, il palazzo in via 1° Maggio e la succursale in piazza Andrea da Pontedera.

L’iniziativa è stata annunciata dal presidente della Provincia Andrea Pieroni e dal vicepresidente Giacomo Sanavio, insieme ai componenti del rinnovato consiglio d’amministrazione della Immobiliare 2001, la società creata appositamente per gestire l’iter procedurale per la costruzione della futura sede dell’ente: del Cda fanno parte gli assessori provinciali Gabriele Santoni (lavori pubblici) e Mario Silvi (finanze), oltre all’ingegner Giovanni Bonadio, il professionista che ha curato l’indagine preliminare volta a stabilire la valutazione di riferimento degli immobili posti sul mercato.

Con la dismissione di questo patrimonio – dicono gli amministratori – "pensiamo di mettere a disposizione degli operatori privati della realtà locale un’importante occasione di investimento per la creazione di iniziative imprenditoriali in locali di pregio (per i quali fra l’altro sono previste flessibili destinazioni d’uso, come uffici, attività ricettive o commerciali). In una fase di rallentamento economico come l’attuale, contiamo che l’apertura di questa ‘partita’ sia in grado di dare un robusto impulso al ‘motore produttivo’ della comunità: siamo certi che i nostri potenziali interlocutori sapranno cogliere per intero la portata di questa opportunità".

Secondo le valutazioni effettuate, per il futuro polo amministrativo di Cisanello occorrerà una cifra sui 25-26 milioni di euro, mentre le cessioni previste potrebbero fruttare una somma intorno ai 30 milioni. Dunque, secondo gli amministratori "non solo un’operazione a costo zero, ma anche con un margine di guadagno". Queste prime stime si basano, occorre sottolinearlo, su una prima revisione del progetto della nuova Provincia, risalente ormai a 6 anni fa che si è ritenuto non più adeguato e che ora è da cambiare.

Obiezioni e perplessità vengono sollevate da Legambiente- Pisa e dal Progetto Rebeldìa in merito agli effetti urbanistici, sociali ed economici che avrà questa operazione. In particolare i soggetti promotori di "Voci di quartiere", un percorso di urbanistica partecipata sul quartiere della stazione, si chiedono "come sia stata possibile mancanza di qualsiasi forma di coordinamento, in merito agli scopi ed alle funzioni, tra il progetto comunale della Sesta Porta sull’area di via Battisti e la dismissione del patrimonio della Provincia in quell’area della città". Inoltre le associazioni si domandano: "che fine farà il Centro Maccarone in via Silvio Pellico. Al momento le uniche cose che sappiamo sulle sorti di questo stabile sono due: è stata messo in vendita e si trova proprio nel mezzo al futuro parco urbano delle mura. Perché il Comune costruisce un palazzo di sei piani per funzioni commerciali e di ufficio (previsto nel progetto Sesta Porta ndr), quando la Provincia vende i suoi palazzi per le stesse funzioni a poche decine di metri? L’unica elemento di connessione che vediamo tra i due progetti è la logica immobiliare che ci sta sotto: vendere al miglior offerente, ed al prezzo più alto, senza tenere in alcun conto i bisogni sociali della città. Ciò che ci potrà capitare è ritrovarci un nuovo albergo di lusso, l’ennesimo, al posto del palazzo storico della provincia. Una logica a nostra avviso non solo sbagliata ma anche miope, in quanto non tiene conto di quella crisi del mercato soprattutto immobiliare che sta investendo tutto il globo e della cui gravità siamo sicuri che il sindaco Filippeschi ed il presidente della Provincia Pieroni sono ben consapevoli. Chiediamo quindi un ripensamento partecipato e condiviso degli interventi in programma, anche attraverso un incontro pubblico, e un maggiore coordinamento tra gli enti coinvolti".

(fonte pisanotizie.it)

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