Guadalupa in lotta da settimane. La Francia teme.

Scuole e università chiuse, trasporti pubbliciparalizzati, chiuse anche le poste ed i comuni, bloccati gli accessiall’aeroporto di Pointe-a-Pitre, fermi la maggior parte dei villaggituristici. Ogni giorno migliaia di persone manifestano nelle strade.Blocchi stradali e presidi nelle strade. Da un mese la Guadalupa è paralizzata da uno sciopero generale contro il carovita. Iniziato come reazioneall’aumento dei prezzi dei prodotti di prima necessità (l’inflazione inGuadalupa è salita del 70% nel 2008, mentre i salari sono cresciuti inmedia solo del 3%, lo sciopero a oltranza si è esteso alle vicine isoledi Martinica e Réunion, potrebbe arrivare anche alla GUyana francese.
 
Tutte e quattro sono i resti dell’Impero coloniale francese, che con la Costutuzione francese del 1946 divennero départements d’outre-mer (Dipartimenti d’Oltre mare, DOM).

 
Nella notte del 17 Febbraio a Guadalupa un sindacalista è stato ucciso vicino a un posto di blocco eretto dai manifestanti a Pointe-à-Pitre. Jacques Bino stava tornando in auto da un comizio e sarebbe stato raggiunto da spari mentre attraversava un quartiere periferico della città. Tre poliziotti che cercavano di soccorrerlo sono stati feriti.
 
I giornalisti presenti in Guadalupa parlano, negli ultimi giorni, di vere e proprie scene di insurrezione. Sono sempre più numerosi gli scontri tra polizia e manifestanti e le barricate spuntano come funghi. Molti negozi sono stati devastati e incendiati e per la popolazione diventa ogni giorno più difficile approvvigionarsi. Mentre i negoziati con le istituzioni sono a punto di stallo.
 
Le strade di Pointe-à-Pitre e di altre città dell’isola sono cosparse di posti di blocco, a volta infiammati con benzina e gomme. Al centro delle proteste, il fatto che sull’isola l’uno per cento della popolazione possiede il 52 per cento delle terre agricole e il 90 per cento delle ricchezze industriali. Sono i «béké», abitanti bianchi della Guadalupa.
 
Per tentare di smorzare la tensione nell’isola Nicolas Sarkozy ha ricevuto giovedì 19 febbraio gli eletti di oltremare. Il premier Fillon ha inoltre annunciato che il consiglio interministeriale dell’oltremare, creato il 13 febbraio, dovrebbe riunirsi per la prima volta nei prossimi giorni, dopo le accuse lanciate dalla deputata della Guadalupa, Jeanny Marc [partito socialista].
 
Marc ha denunciato il trattamento riservato dal presidente alla crisi: «Questo problema va avanti da un mese e il governo non ha dato alcun cenno per la Guadalupa». La protesta contro «padroni e governo» è iniziato il 20 gennaio all’appello del collettivo Lkp ("Liyannaj kont pwofitasyon", Contro lo sfruttamento aoltranza), e il suo leader, Elie Domota, viene chiamato «il presidente della Guadalupa» dai suoi sostenitori. Segretario generale dell’Ucgt, il sindacato maggioritario nell’isola, Domota ha riempito il vuoto lasciato dagli eletti di destra come di sinistra, discreditati.
 
Nei suoi comizi, rigorosamente in creolo, attacca il «disprezzo» della metropoli e denuncia la «pwofitasyon» [lo sfruttamento oltranzista]. A chi insinua mire indipendentiste, lui risponde che non ha ambizioni politiche. Almeno per ora.
 
I quattro dipartimenti francesi di oltremare sono le regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione. Secondo l’ufficio europeo delle statistiche, nel 2007 c’erano 25,2 per cento di disoccupati alla Reunione, 25 per cento in Guadalupa, 22,1 per cento in Martinica e 21 per cento in Guyana. La Guadalupa è anche la regione europea con il più alto tasso di disoccupazione tra i giovani [15-24 anni], con il 55,7 per cento.
 
Intanto il deputato Ump Jean-François Copé ha accusato il leader del Nuovo partito anticapitalista, Olivier Besancenot, di puntare a un contagio alla Francia metropolitana del movimento anticrisi della Guadalupa. «Non vi sarà sfuggito – ha dichiarato Besancenot – che l’estrema sinistra e Besancenot, il cui obiettivo principale è di moltiplicare ovunque l’agitazione, se possibile violenta, è in questo processo di moltiplicare gli appelli di questa natura in Francia metropolitana». Besancenot dovrebbe partire per le Antille venerdì.
 
Il 20 Febbraio una folla di 15-30 mila persone, a seconda delle stime della polizia odegli organizzatori, ha preso parte a Parigi alla manifestazione disolidarieta’ per Guadalupa. Il corteo e’ partito intorno alle 14,30 da piazza de la Republiquediretto verso piazza de la Nation. Molti manifestanti indossavano unafascia bianca al braccio in segno di lutto per la morte delsindacalista Jacques Bino.
 
Le trattative tra sindacati, patronato e Stato non stanno portando a niente, proseguiranno comunque questo pomeriggio. I lavoratori chiedono un aumento salariale di 200 euro, i padroni propongono 50 e lo Stato(francese) non vuole sobbarcarsi l’aumento degli stipendi richiesto perchè ciò "metterebbe a terra il sistema sociale francese".[Le Monde, 24.02.09] 
Ieri sera l’LKP ha invitato ad un inasprimento dello sciopero.
 
La risposta del governo francese è inequivocabilmente la repressione,Sarkozy già ce lo aveva mostrato come Ministro degli Interni nel 2005per sedare le rivolte nelle banlieues. [red.]
 
Qualche immagine dei telegiornali francesi le trovate qui e qui. L’Italia fin che può resta sorda.
 
 
Articolo di cronaca di Sara di Nella tratto da www.carta.org (18.02.09) e aggiornato su fonti Le Monde, Adnkronos, Asca.

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